Molti l’hanno scoperto a Champoluc, quando ha messo in fila anche i grandi protagonisti del Giro d’Italia Del Toro e Carapaz (l’ammazzasette Yates era ancora di là da venire…) ma Nicolas Prodhomme è molto di più. Vincitore per ben sei volte quest’anno ha dato un corposo numero di punti alla Decathlon AG2R, al punto che molti addetti ai lavori transalpini si sono sorpresi della sua mancata convocazione per i mondiali. Percorso ruandese a lui poco incline, ma la maglia transalpina per gli europei del 5 ottobre è già stata recapitata a casa…
Il corridore di L’Aigle è alla Decathlon AG2R dal 2021 ed è già confermato per il prossimo anno
Il corridore di L’Aigle è alla Decathlon AG2R dal 2021 ed è già confermato per il prossimo anno
E’ il caso di andare più a fondo nella conoscenza di una delle rivelazioni di quest’anno del movimentato ciclismo francese, ancora alla ricerca del fenomeno ma popolato di molti corridori vincenti e in fin dei conti anche quelli fanno la differenza come abbiamo imparato bene negli ultimi anni. Reduce dal Giro del Lussemburgo senza particolari squilli ma comunque con un’altra Top 10 portata a casa, il ventottenne di L’Aigle si è presta volentieri a una chiacchierata tra presente e futuro.
Quest’anno hai vinto 6 volte: che cosa è cambiato rispetto al passato?
Beh, il cambiamento ha riguardato molto la fiducia in se stessi. Vincere la prima gara, la tappa finale del Tour of the Alps con Seixas ad accompagnarmi nella fuga ha significato molto. Poi chiaramente c’è stato il tappone del Giro con 5.000 metri di dislivello. Una frazione di vera montagna, vincendo lì ho capito di aver raggiunto un’altra dimensione.
Prodhomme insieme a Seixas, autori della fuga vincente nella tappa finale del Tour of the Alps
Prodhomme insieme a Seixas, autori della fuga vincente nella tappa finale del Tour of the Alps
Pensi che sia stata la vittoria più importante della tua carriera?
Senza alcun dubbio. E’ l’unica del World Tour, l’unica in un grande giro, ma soprattutto è quella in cui ho trascorso più tempo da solo in testa. E’ stata la più dura e per questo la più bella, intrisa di emozioni lungo tutta quella interminabile giornata.
Sei arrivato a questi risultati a 28 anni: in questo ciclismo che premia i giovanissimi, i team danno ancora il tempo di maturare ai corridori?
Sì, io ne sono la dimostrazione. E devo dire grazie al team, alla sua gestione. E’ vero che molti giovani hanno molte più opportunità di chi ha più esperienza, non è come quando ho iniziato. Ma io ho colto la mia occasione ogni volta e non me la sono lasciata sfuggire, quindi è questo che mi permette di cambiare il mio status. E’ vero che spesso sono i giovani a raggiungere questo status più facilmente, ma alla fine quel che contano sono i risultati, più vinci e più cresci nella considerazione generale. Ci ho messo un po’, ma posso dire di avercela fatta…
Il giorno più bello nella sua carriera: la lunga fuga al Giro d’Italia culminata con il trionfo di Champoluc
Il giorno più bello nella sua carriera: la lunga fuga al Giro d’Italia culminata con il trionfo di Champoluc
Hai portato tantissimi punti alla Decathlon: qual è l’atmosfera in squadra, siete soddisfatti di come sta andando quest’anno o si poteva fare di più?
E’ vero che l’anno scorso abbiamo fatto una stagione con 30 vittorie, ora siamo a 24, ma siamo in tanti ad aver contribuito. Dopo la stagione scorsa, molti pensavano che non saremmo riusciti a ripeterci. Invece stiamo ottenendo quasi lo stesso numero di vittorie del 2024, che è stato eccezionale. Quindi l’atmosfera è ottima e lo slancio è ancora buono, perché non ci sentiamo appagati, tutt’altro.
La vostra squadra vuole proteggere i nuovi nomi come Bisiaux e Seixas per farli crescere con calma: com’è il tuo rapporto con loro e dove pensi che potranno arrivare?
Abbiamo una grande differenza d’età con questi ragazzi – riconosce Prodhomme – ma Léo e Paul sono già molto maturi e professionali nel loro approccio al nostro mondo. Alla fine il rapporto con loro è stato naturale e buono, e quindi non sentiamo particolarmente questa differenza d’età. Questo è fantastico, aiuta noi e loro, ci permette di essere in sintonia fuori dalle gare e conseguentemente anche in corsa.
Il ventottenne, pur lavorando molto per il team, ha colto ben 6 vittorie quest’anno, ultima alla Polynormande
Il ventottenne, pur lavorando molto per il team, ha colto ben 6 vittorie quest’anno, ultima alla Polynormande
Ma rispetto alla tua esperienza, quanto pensi che possano vincere in futuro?
Difficile dirlo, certamente anche loro hanno bisogno di crescere. Quando sono alla partenza delle gare con loro, cerco di guidarli al meglio delle mie possibilità. Ad esempio al Tour of the Alps dove c’era Paul insieme a me, eravamo entrambi in fuga: tendeva a essere troppo generoso, non dovevamo dimostrare di essere i più forti. Credo sia positivo avere un ragazzo esperto in squadra che possa dirlo direttamente e non avere il diesse che arriva in ritardo con la TV o altro. Penso che l’esperienza diretta, il colloquio sia sempre preferibile, anche se hai le cuffie e tutto il resto. In bici, è positivo avere sempre qualcuno che faccia da capitano.
Che tipo di corridore pensi di essere?
Beh, sono più uno scalatore, non uno scalatore puro. Non mi reputo un leader, ma uno a cui piace ancora fare delle fughe. Magari mi spremo all’inverosimile per una Top 20, ma sto anche aiutando i ragazzi quando necessario e questo l’abbiamo già visto diverse volte in gara. Non mi tiro indietro quando devo aiutare a lanciare sprint in piccoli gruppi o in altre situazioni. Io dico sempre che mi piace giocare per vincere, che sia io, la squadra o un amico.
Quest’anno Prodhomme ha colto 6 vittorie e 10 Top 10, emergendo anche nelle corse a tappe (15° al Giro)
Quest’anno Prodhomme ha colto 6 vittorie e 10 Top 10, emergendo anche nelle corse a tappe (15° al Giro)
L’anno prossimo, avrete Félix Gall e il nuovo arrivato Matthew Riccitello nella vostra squadra. Cambia con questo la fisionomia della squadra, si punterà maggiormente alla classifica dei grandi giri?
Per ora è difficile dirlo, il ciclomercato è ancora in corso e vedo che a fronte dell’arrivo dell’americano ci sono scalatori che lasciano il team. Bisognerà capire se avremo più scalatori che tuttofare rispetto a quest’anno, ma ogni corridore si sta concentrando un po’ di più sul proprio ambito. Per me, è sempre una squadra orientata anche allo sprint, che punterà a far bene nelle corse a tappe ma senza costruire un roster che si dedica solo a quelle.
L’ultima domanda: dopo i tuoi progressi, c’è una gara in particolare che sogni di vincere?
Mai fare questa domanda a un francese, la risposta è sempre la stessa: il Tour de France, ovviamente…