I numeri sono impietosi: 736 detenuti (rispetto ai 411 previsti) di cui 250 affetti da patologie psichiatriche, infestazione endemica da cimici da letto, 279 agenti in servizio di cui oltre 110 impiegati non impiegati nella sorveglianza, quando ne sarebbero necessari almeno 450, assistenza sanitaria e psichiatrica carente e, quest’ultima, addirittura assente per 3 giorni a settimana.
Una situazione che prosegue da anni
Numeri più volte denunciati in consiglio comunale (anche lo scorso lunedì sera da parte del consigliere di Forza Italia Pier Franco Maffè, ma da anni denunciato dal consigliere Paolo Piffer che nel carcere ha lavorato), dalla Camera penale di Monza (che a luglio aveva organizzo anche un evento in piazza), dai familiari. Ma anche dalla stessa direttrice del carcere che nei mesi scorsi era intervenuta proprio in consiglio comunale per illustrare la situazione.
Il sopralluogo della Uilpa
Un carcere al collasso denunciato anche da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria che ieri ha effettuato un sopralluogo nella casa circondariale monzese. Tra le emergenze più impellenti, oltre al sovraffollamento, c’è proprio quella dell’infestazione da cimici impossibile da debellare anche per la promiscuità delle brande da campeggio aggiunte in molte celle per ricavare il terzo posto letto. “Con il 38% di agenti in meno, il 79% di reclusi in più, malati psichiatrici non adeguatamente curati e le cimici da letto a farla da padrone a rimetterci sono i detenuti – commenta De Fazio -. Ma anche gli operatori che subiscono l’insicurezza e l’insalubrità dei luoghi di lavoro, le aggressioni dei detenuti, spesso neppure imputabili proprio perché malati di mente, e carichi di lavoro esorbitanti con turnazioni di servizio che non di rado raggiungono e superano le 9 ore consecutive”.
Agenti che lavorano 30 giorni al mese
Una situazione che ad agosto è sensibilmente peggiorata con agenti che hanno lavorato 30 giorni su 31. “Se la situazione ancora regge, lo si deve solo al sacrificio, alla competenza e alla professionalità degli operatori, dal più giovane agente alla direttrice, cui pure si chiederebbe qualche ulteriore sforzo organizzativo per recuperare almeno qualche unità dagli uffici al servizio in sezione detentiva. Dal provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, invece, ci si aspetterebbe una migliore gestione nell’ambito della circoscrizione dei detenuti più problematici”, aggiunge il segretario.
La situazione in Lombardia
Un carcere al collasso che non è un caso isolato: quanto avviene a Sanquirico in realtà sta avvenendo in molte carceri della Lombardia dove, come riferisce De Fazio “i detenuti hanno raggiunto le 8.978 presenze a fronte di 5.777 posti, dove mancano 2.366 agenti”.