di
Anna Paola Merone

Il ballerino e la conduttrice, entrambi napoletani: «Determinati a vincere». Lui dice di lei: «Come la mia ex allieva Federica Pellegrini è una vincente»

Su il sipario sabato 27 settembre sulla ventesima edizione di «Ballando con le stelle». E riflettori puntati su Barbara D’Urso, che torna in televisione dopo oltre due anni di assenza, e su Pasquale La Rocca che sarà il suo maestro di ballo e il suo compagno in pista. Una coppia tutta napoletana, molto competitiva, che intende giocarsi con determinazione una gara che si annuncia tesissima e alla quale partecipano stelle di prima grandezza. Pasquale, dopo tre edizioni consecutive — e due vittorie al fianco di Luisella Costamagna e Wanda Nara — l’anno scorso aveva annunciato che non sarebbe tornato a Ballando. Dopo aver portato sul podio Federica Pellegrini e aver attraversato una parte del programma al fianco di Nina Zilli.

Come mai ha cambiato idea?
«Impossibile resistere a Milly e al richiamo di uno show che quest’anno sulla Rai festeggia un grande anniversario. E quando ho saputo che sarei stato il maestro di Barbara sono davvero stato entusiasta. L’ho guardata tanto in televisione negli anni e l’ho sempre ammirata e pure i miei genitori e i miei nonni sono stati contentissimi. Sono suoi fan e vogliono conoscerla».



















































Il vostro primo incontro?
«Direi travolgente. Siamo una vera coppia, in tutti i sensi. C’è sintonia, energia… Lei è super determinata e conoscerla da vicino evidenzia davvero la sua forza che già a distanza si percepisce. Ha una professionalità straordinaria. Ed è così di natura. La prima volta che ci siamo visti ci siamo abbracciati, abbiamo scambiato qualche frase in napoletano. Ma quando c’è da lavorare, si lavora. Lei è una macchina da guerra perfetta».

Barbara è una primadonna: ha avuto la percezione che saprà affidarsi a lei?
«In pista la fiducia è fondamentale. Eppure nella vita, come nel ballo, affidarsi è difficile. Ma ci aspetta insieme un percorso lungo e impegnativo e devo dire che Barbara si sta fidando e affidando».

Siete la coppia mediaticamente più esposta, lei si sente sotto pressione?
«No, non è questo che sento. Sento onore, orgoglio e la voglia di raccontare questa coppia napoletana così decisa. Ci accomuna lo stesso modo di affrontare il lavoro e le nostre origini. A volte scappa anche una parola nella nostra lingua, un gesto improvviso. C’è una preziosa immediatezza nella nostra intesa che aiuta».

Fra il Regno e Unito e l’Italia ha vinto cinque edizioni di Ballando: corre per vincere?
«Non è credibile chi dice che si mette in gioco solo per partecipare. Ma a Ballando, prima di tutto il resto, ci si diverte e si affronta un lungo percorso — tre mesi, tredici puntate — restando concentrati e senza pensare ad altro che a far bene. Con Barbara siamo già una squadra: lei si sveglia presto, si allena tanto, alle prove non si lamenta mai, ripete di continuo i passi».

Definirebbe Barbara una ballerina?
«No, non lo è. Prendere qualche lezione di danza come lei ha fatto in passato non significa ballare, significa tenersi in forma con una disciplina straordinaria. Poi mettersi alla prova in pista è altro. E altro è misurarsi con il ballo vero e proprio e con le diverse coreografie».

Differenze con Federica Pellegrini?
«Ciascuna ha le proprie caratteristiche vincenti, entrambe hanno la capacità di mettersi al servizio di una sfida con grande slancio, generosità e impegno. Parlando di Barbara devo rilevare che ha attitudine al ballo, ha il suo stile, è sexy, sensuale e ha una fisicità giusta che aiuta: una media altezza e bellissime gambe».

Lei, nato in provincia di Napoli, doveva fare il calciatore.
«Come tantissimi bambini ho giocato a pallone e avevo chiesto di essere iscritto ad una scuola calcio. Ma mia madre, che aveva intuito la mia vera passione, mi iscrisse alla scuola di danza con un patto: era pronta, se non mi fosse piaciuto continuare i corsi, a farmi cambiare».

Ballare le piacque e riuscì anche a superare i sorrisetti di chi, come nel film Billy Elliot, per i maschietti vede un futuro da bomber e non da ballerino.
«Io volevo ballare e questa è stata la mia strada, la mia passione grande. In un piccolo centro del Sud certo per un bimbo non allineato ad un punto di vista comune qualche asprezza c’è stata. Ma io ero determinato, convinto e ho saputo guardare avanti. E poi ho una straordinaria famiglia alle spalle. Sono nato per competere e in questo senso tutti gli sport sono uguali e ti insegnano regole e disciplina».

Lei vive a Londra da tempo. Non pensa di tornare in Italia?
«Sono lì da tredici anni e per la prima volta mi sono ritrovato a pensare che forse è il momento di tornare».

A Ballando sono nati tanti amori, a partire da quello fra Massimiliano Rosolino, altro sportivo napoletano che quest’anno farà da co-conduttore, e Natalia Titova. In pista ci si innamora? 
«Sempre, accade sempre. In un modo certo non romantico. Perché ci sono gli amori intesi in senso canonico e gli altri. Io mi innamoro ogni volta, non romanticamente, della persona con cui ballo».

È innamorato anche di Barbara?
«Ma come si fa a non amarla? È bella ed è una strafiga straordinaria…».


Vai a tutte le notizie di Napoli

Iscriviti alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno Campania

25 settembre 2025