Ferrari è scivolata nel baratro in maniera lenta e inesorabile. Alle speranze inattese sul rendimento della SF-25 segue lo stop alle armi. Hamilton aveva da tempo dichiarato l’inutilità di perdere tempo su questa vettura, Leclerc lo ha fatto ultimamente. L’unico che continua a difendere pateticamente la Rossa è Vasseur. La modifica alla sospensione testimonia il fiasco dell’auto italiana nel mondiale 2025.

L’insolvenza tecnica della SF-25

“La nostra monoposto aveva un buon passo, solo che partire dietro ha rovinato tutto“. Un messaggio molto pericoloso quello del team principal francese, per se stesso ma pure per il gruppo di lavoro che gestisce. È un po’ come dire: ragazzi, la macchina c’era, sono le circostanze che non ci hanno favorito. Peccato che gli errori in qualifica non derivino da sfortuna, ma bensì dall’incapacità di gestire le gomme in Q3, come troppo spesso accade.

Parliamo di un problema molto serio, sul quale il super esperto di gomme Loic Serra non ha saputo cambiare le cose di una virgola, nell’arco della stagione. Nessuno gli chiedeva di trasformare la SF-25 nella vettura più capace ad amministrare le coperture, ma qualche piccolo passo in avanti su questo aspetto fondamentale era lecito attenderlo. E invece no. Voto rimedio gomme Ferrari? “Zero +”, dove il più sono sforzi profusi, per quanto inutili.

La chiara visione delle cose: è un po’ questo uno dei doni di Lewis, che riesce a capire con anticipo quanto possa valere un’auto. A maggio scorso era stato chiaro in tal senso: “abbandoniamo la SF-25 e pensiamo al mondiale 2026“. Quanta ragione aveva il britannico. Tutto nasce dalla sua grande esperienza accumulata in diverse ere della Formula 1. A Baku, dopo la bandiera a scacchi, in radio ha lasciato trasparire le sue emozioni riguardo la gara.

Le verità di Lewis

Il talento di Stevenage si è espresso conciso puntando il dito sulla vettura italiana. Parlando con Riccardo Adami, suo ingegnere di pista, Hamilton ha raccontato che, pur avendo profuso il massimo sforzo dando tutto quello che aveva, il risultato non poteva essere migliore di quello ottenuto. La “vettura non ha il posteriore“, racconta. L’inglese si riferisce al fatto che il team ha scaricato e non poco il retrotreno.

Il team è stato costretto a farlo per accedere a una velocità di punta congrua con il layout della pista. Mossa che di riflesso ha tolto capacità in curva al posteriore della monoposto e, di conseguenza, alla mera gestione dello pneumatico. Idem per la trazione. Per di più la SF-25 perdeva temperatura sull’avantreno, rendendo le fasi di staccata complicate. Per questo, in ogni ingresso curva, la Rossa perdeva tempo sul resto dei top team.

SF-25, la disillusione dilaga

La prova decisiva che dimostra la vera natura dell’auto italiana riguarda l’aggiornamento alla sospensione posteriore. Una modifica al pull-rod che, sebbene abbia allargato la finestra di setup, non ha cambiato lo stato delle cose. In linea teorica, i tecnici di Maranello volevano aumentare il grado di anti-squat. In pratica: limitare le oscillazioni del posteriore nelle varie fasi di marcia.

Un provvedimento per garantire una spinta verticale continua, senza stalli aerodinamici, per fornire una competitività maggiore alla monoposto del Cavallino Rampante. L’update non ha reso, perché il progetto di base etichettato con la sigla 677 è fallimentare. L’auto deve funzionare nel suo insieme. Adrian Newey lo sostiene da sempre, tecnico che per giunta la Rossa ha snobbato preferendo “il gruppo al singolo”. Ottima scelta.

Il 2025 segna i 100 anni di uno dei romanzi letterari più belli della storia. Parliamo dell’opera Il Grande Gatsby dell’autore americano Francis Scott Fitzgerald. L’ultima frase del libro sembra essere scritta per la Ferrari. Descrive un ciclo di speranza e disillusione, cercando di riconquistare un trascorso idealizzato oramai irraggiungibile. Ipse dixit: “Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato“.