BRUXELLES – La Commissione europea ha annunciato lo stanziamento di ulteriori 50 milioni di euro in aiuti umanitari per far fronte alla drammatica emergenza in corso nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Il nuovo contributo porta il totale degli aiuti dell’UE per il 2025 a 220 milioni di euro, e a oltre 550 milioni dal 2023.
La decisione arriva in un momento critico: il 22 agosto è stata confermata la prima carestia nella storia di Gaza (fase IPC 5), con oltre mezzo milione di persone in condizioni catastrofiche e il 54% della popolazione in stato di emergenza o crisi. A ciò si aggiunge il massiccio sfollamento forzato causato dall’offensiva militare su Gaza City, che ha lasciato milioni di civili senza cibo, riparo, assistenza sanitaria e protezione.
Anche in Cisgiordania la situazione è allarmante. Le continue espulsioni, le restrizioni alla circolazione e la violenza dei coloni israeliani – con oltre 2.300 attacchi registrati – hanno aggravato le esigenze umanitarie, mentre quasi 40.000 persone sono state sfollate dal gennaio 2024.
Hadja Lahbib, Commissario europeo per l’uguaglianza, la preparazione e la gestione delle crisi, ha dichiarato: “La carestia è ormai una realtà a Gaza e la situazione umanitaria è intollerabile. L’Unione Europea sta intensificando la sua risposta con ulteriori 50 milioni di euro in aiuti di emergenza. Ma i finanziamenti da soli non bastano: i civili devono essere protetti, l’accesso umanitario deve essere garantito e il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato da tutte le parti.”
Dal 2023, l’UE ha organizzato 77 voli di ponte aereo umanitario e spedito oltre 5.000 tonnellate di aiuti, tra cui medicinali, alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari e materiale didattico. Dal 2024, il meccanismo di protezione civile ha coordinato l’evacuazione medica di 306 pazienti in tutta Europa. L’UE ribadisce il proprio impegno a collaborare con i partner umanitari per garantire assistenza salvavita e promuovere una soluzione politica duratura che metta fine alle sofferenze della popolazione civile.
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