“Abbiamo investito oltre 10 miliardi di euro sul Fondo sanitario. È difficile definire questo un fallimento: stiamo investendo sulla sanità”. Con queste parole il ministro della Salute Orazio Schillaci ha risposto oggi al Question time alla Camera, intervenendo sul nodo cruciale delle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale. Un intervento lungo e articolato, che ha toccato diversi temi, ma che ha avuto un punto fermo: la necessità di una comunicazione chiara e realistica ai cittadini. “Dobbiamo essere onesti – ha detto il ministro – non possiamo promettere sempre tutto a tutti, ma dobbiamo garantire l’essenziale a chi ne ha più bisogno”.
Il debito pubblico
Schillaci ha sottolineato come le scelte di spesa siano inevitabilmente condizionate dal contesto macroeconomico: “L’Italia paga 82,9 miliardi l’anno di interessi sul debito, pari al 4,3% del Pil. La Germania ne paga 26,5 miliardi (0,7% del Pil), la Francia 50,7 miliardi (1,9%). Non è un alibi, ma il contesto reale in cui operiamo”. Nonostante questo vincolo, il ministro ha ricordato che il Governo ha varato misure per rafforzare il personale sanitario – dal prolungamento dei contratti a tempo determinato per gli specializzandi all’aumento delle indennità per medici, infermieri e operatori di pronto soccorso – all’interno di una strategia complessiva per rendere il SSN più attrattivo.
Le quattro direzioni strategiche
Il ministro ha quindi delineato la visione del Governo, articolata in quattro grandi direttrici. La prima riguarda la necessità di governare le aspettative: non promettere sempre tutto a tutti, ma ridefinire criteri di priorità per le prestazioni e identificare i bisogni più urgenti, garantendo l’essenziale a chi ne ha davvero bisogno. La seconda direzione è quella dell’efficienza, con l’obiettivo di ottimizzare la rete ospedaliera, razionalizzare e accorpare i servizi ambulatoriali, investendo anche nelle Case della comunità previste dal Pnrr. La terza strada è l’aumento delle risorse, mentre la quarta punta a una vera rivoluzione dei servizi attraverso digitalizzazione e telemedicina, strumenti che non appartengono più al futuro, ma al presente.
Liste d’attesa, medici di famiglia e Pnrr
Nel corso del Question time il ministro ha affrontato anche altri dossier caldi. Sulle liste d’attesa ha rivendicato segnali positivi: “In sei mesi, su oltre 1.000 ospedali monitorati, le prestazioni sono aumentate del 20%. Il trend si sta invertendo”. Sul fronte della medicina territoriale, Schillaci ha sottolineato la necessità di una riforma della formazione dei medici di famiglia: “Costruire strutture non basta se non le facciamo funzionare. Vogliamo formare una nuova generazione di medici che scelgano di restare in Italia e che vedano la medicina generale come una carriera di eccellenza, non un ripiego”. Quanto al Pnrr Sanità, il ministro ha parlato di “opportunità irripetibile”, rivendicando un avanzamento finanziario al 40% e oltre il 123% dei target europei raggiunti sui cantieri avviati. “Non è una gara di velocità nella spesa, ma di performance. Abbiamo già oltre 1.200 cantieri avviati per le Case di comunità, di cui 191 conclusi”.
Tariffario e ricerca
Schillaci ha poi toccato due ulteriori questioni. Sulla sentenza del Tar Lazio che ha annullato il nuovo tariffario per le strutture accreditate, ha parlato di “opportunità e non ostacolo”, promettendo un anno di lavoro per costruire un sistema più equo e sostenibile. Infine, sul fronte della ricerca, ha garantito il sostegno allo studio Stemals sulla Sla, finanziato dal Pnrr e attualmente rallentato da criticità amministrative: “Il progetto continuerà ad avere sostegno e considerazione, non ci sono elementi per la sua sospensione”.
Anna Capasso