C’è un universo parallelo in cui il protagonista di Titanic si chiamerebbe Lenny Williams. Fortuna vuole che, invece, in questo mondo, Leonardo DiCaprio sia rimasto Leonardo DiCaprio.

Lo ha raccontato lui stesso nel podcast New Heights dei fratelli Travis e Jason Kelce. «Un agente mi disse che avrei dovuto cambiare nome per avere successo. Il mio cognome, secondo lui, era “troppo etnico”». E sentenziò che, se non lo avesse ascoltato, «Non ti assumeranno mai».

La trovata dell’agente fu piuttosto fantasiosa: trasformare il secondo nome di Leonardo, Wilhelm, in «Williams», e appiccicarci davanti un «Lenny»: Lenny Williams era pronto per Hollywood. Peccato che il padre di Leo, George DiCaprio, di origini italiane e tedesche, vide una foto del figlio con quel nome falso, la strappò e disse: “Devi passare sopra il mio cadavere”», ha raccontato DiCaprio.

Accanto a lui, durante l’intervista, c’era Benicio Del Toro, con cui sta promuovendo il film One Battle After Another. Anche lui aveva ricevuto lo stesso «consiglio», agli inizi della carriera. «Mi volevano chiamare Benny Del», ha rivelato l’attore de I soliti sospetti, oggi 58enne. A quel punto Jason Kelce ha scherzato: «Questo podcast non sarebbe lo stesso con Lenny Williams e Benny Del».

Leonardo DiCaprio ha poi ricordato altri episodi dei suoi inizi. «Un agente ci fece mettere in fila come bestiame e mi disse semplicemente “no”», ha confidato. E forse la scelta, ipotizza lui oggi, aveva a che fare con il suo look dell’epoca: «Facevo breakdance per soldi per strada, avevo il taglio “step”…».

«Ricordo che dissi a mio padre: “È orribile”», ha aggiunto, «ma poi tornai e lo rifecero». Alla fine, nessuna porta chiusa gli ha impedito di diventare uno degli attori più rispettati al mondo. Jason Kelce lo ha fatto notare: «Scommetto che oggi quegli agenti si dicono: “Porca miseria”».

La carriera di DiCaprio parte da lontano: a 14 anni i primi spot televisivi (per le macchinine Matchbox), poi all’inizio degli anni ’90 il ruolo nella sitcom Genitori in blue jeans e quindi la consacrazione con Voglia di ricominciare. Senza bisogno di diventare Lenny Williams.