Roma, 26 settembre – Lo schema è chiaro e – probabilmente – risale agli anni ormai lontani della sua ascesa come imprenditore, durante i quali Donald Trump si affidò ai consigli di un controverso e spregiudicato avvocato, Roy Cohn, che finì per diventare il mentore decisivo per la formazione e il consolidamento della weltanschauung dell’allora giovane e molto rampante milionario newyorkese.

Fu infatti lui a insegnargli le tre regole che informano il modo di essere e di fare trumpiano, che tutto il mondo ha imparato a conoscere: attaccare sempre; non ammettere niente, negare ogni cosa;  dire sempre e comunque di aver vinto e non ammettere mai la sconfitta.

Il presidente degli Stati Uniti ha applicato lo schema anche in occasione dell’ultimo caso al quale – molto probabilmente per l’incoercibile necessità di monopolizzare la scena pubblica mondiale – ha dato vita lunedì scorso, annunciando misure contro l’uso del paracetamolo in gravidanza, perché ritenuto responsabile di aumentare il rischio di insorgenza di autismo. Trump ancora una volta ha attaccato, peraltro in un ambito (quello medico-scientifico) che non è di sua pertinenza e nel quale certamente non possiede adeguate competenze. Ma,  costringendo di fatto gli altri  (autorità sanitarie ed esperti in testa) a rincorrerlo per replicare alle sue esternazioni, di fatto tali da integrare una misinformation non scevra dal rischio di possibili, pericolose conseguenze.

Alla rincorsa di The Donald ha finito per partecipare ieri anche  l’Oms, intervenuto a chiarire che “né l’antidolorifico a base di paracetamolo Tylenol né i vaccini hanno dimostrato di causare autismo”, ovvero l’esatto opposto di quanto affermato dal presidente USA. Le dichiarazioni dell’agenzia sanitaria dell’Onu hanno ovviamente fatto salire la temperatura del dibattito, già altissima dopo la decisioni  che l’agenzia regolatoria federale  Fda ha subito fatto seguire alle parole di Trump. avviando la procedura per arrivare a una modifica dell’etichetta – il foglietto illustrativo – dei prodotti a base di paracetamolo per approfondire elementi che suggeriscono, in caso di uso da parte di donne incinte, un aumentato rischio di condizioni neurologiche come autismo e Adhd nei bambini. L’agenzia guidata da Marty Makary ha anche pubblicato una lettera per allertare i medici a livello nazionale. E Trump ha insistito sul fatto che le donne incinte non dovrebbero assumerlo.

Il portavoce dell’Oms, Tarik Jasarevic (nella foto), per contro, ha spiegato in un breefing con i giornalisti a Ginevra che alcuni studi osservazionali, basati cioè esclusivamente su osservazioni e che non includono gruppi di controllo o di trattamento, avevano “suggerito una possibile associazione tra l’esposizione prenatale al paracetamolo e l’autismo”. Tuttavia, ha precisato Jasarevic, “le prove rimangono discordanti”, con altri studi che non hanno riscontrato “nessuna relazione del genere. Se il legame tra paracetamolo e autismo fosse forte, probabilmente sarebbe stato osservato in modo coerente in più studi“, ha affermato, mettendo in guardia dal “trarre conclusioni superficiali sul ruolo del paracetamolo nell’autismo” e invitando alla “prudenza prima di concludere che esista un nesso causale”.

Altro argomento trattato “alla sua maniera” da Trump nella conferenza stampa di lunedì scorso era stato quello dei vaccini infantili, sui quali ha sollevato timori, senza ovviamente preoccuparsi di spiegare di motivarli con studi ed evidenze scientifiche. Sollecitato al riguardo a Ginevra dai giornalisti, Jasarevic ha risposto affermando con decisione che “i vaccini non causano l’autismo. Il calendario vaccinale infantile, attentamente guidato dall’Oms, è stato adottato da tutti i Paesi e ha salvato almeno 154 milioni di vite negli ultimi 50 anni. Questi calendari si sono costantemente evoluti con la scienza e ora proteggono bambini, adolescenti e adulti da 30 malattie infettive”. Piuttosto, ha aggiunto, “quando i calendari vaccinali vengono ritardati, interrotti o modificati senza una revisione delle prove, si verifica un forte aumento del rischio di infezione non solo per il bambino, ma anche per la comunità in generale. Ogni dose saltata aumenta le probabilità di contrarre una malattia infettiva potenzialmente letale”. Traducendo, a rappresentare una seria minaccia per la salute mondiale non sono le vaccinazioni, ma – all’opposto – chi le ostacola in qualsiasi modo, aumentando esponenzialmente milioni e milioni di persone, in particolare bambini, al rischio di contrarre infezioni e malattie-

Il portavoce dell’Oms ha affermato che in tutto il mondo 62 milioni di persone soffrono di disturbi dello spettro autistico. La comunità globale deve fare di più, ha riconosciuto, “per comprendere le cause dell’autismo e il modo migliore per prendersi cura e supportare le esigenze delle persone autistiche e delle loro famiglie”. Ma la scienza ha dimostrato che non c’è collegamento con i vaccini. “Queste cose – ha concluso – non dovrebbero essere messe in discussione”.