«Le due opere che erano nella casa di Roma sono state sostituite quando Marella si è ammalata». E ancora: «Al posto dell’opera originale di Balla penso sia stata inserita una copia di qualità inferiore». Sono alcune delle dichiarazioni che nelle scorse settimane il personale che ha lavorato nelle case degli Agnelli, in particolare nella residenza romana, ha reso ai pm della Capitale e alla polizia giudiziaria, in relazione ai tre dipinti della collezione di famiglia, preziosissimi, spariti dalle case e di cui sono state rivenute le copie nel caveau degli Elkann al Lingotto.
Si tratta de “La scala degli addii” di Giacomo Balla, “Mistero e melanconia di una strada” di Giorgio De Chirico e “Glacons, effet blanc” di Claude Monet. I nipoti dell’avvocato, denunciati dalla madre Margherita per avere, a suo dire, spostato i dipinti che le sarebbero spettati in eredità, in passato hanno sostenuto tramite i loro legali che le opere siano sempre state in Svizzera. Nelle dimore italiane ci sarebbero state le repliche trovate a Torino.
Agnelli e il quadri scomparsi, il sospetto dei pm
Ma il sospetto della Procura di Roma, che indaga per trasferimento illecito di opere d’arte, è che le tele siano state realizzate dopo la morte di Gianni Agnelli e che, in precedenza, quelle originali si trovassero nel nostro Paese. Potrebbero quindi essere state trasferite all’estero senza l’autorizzazione del ministero. A coordinare le indagini dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio artistico sono il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pubblico ministero Stefano Opilio.
LE AUDIZIONI
Per ricostruire gli spostamenti dei quadri gli inquirenti hanno chiesto al ministero copia di eventuali domande di trasferimento all’estero – con annesse risposte – e verificheranno anche che i dipinti si trovino effettivamente Oltralpe. Nel frattempo, in questi giorni stanno ascoltando il personale che negli anni si è succeduto alle dipendenze della famiglia Agnelli. Viene ritenuta potenzialmente cruciale la testimonianza di un maggiordomo, che ha detto che le opere presenti nella dimora romana sarebbero state sostituite quando Marella Caracciolo di Castagneto si era ammalata. In particolare, quella di Balla sarebbe stata scambiata con una copia di qualità nettamente inferiore, secondo le dichiarazioni del domestico.
Dopo la morte dell’Avvocato, avvenuta nel 2003, le proprietà immobiliari erano state ereditate dalla moglie, madre di Margherita Agnelli. Nel 2019, dopo la morte della Caracciolo, avvenuta per le complicanze di una malattia durata molti anni, Margherita era entrata in possesso delle due ville di Torino e dell’appartamento romano, che nel frattempo erano stati concessi in comodato d’uso al figlio John Elkann. Dopo avere effettuato alcune ispezioni, la Agnelli aveva denunciato che «risultavano ammanchi di beni di ingentissimo valore di proprietà del padre», tra cui un lungo elenco di opere d’arte – comprese le tre di cui sono state trovate le copie -, che i figli sostengono fossero state donate loro dalla nonna e non rientrassero quindi nell’asse ereditario.
GLI SPEDIZIONIERI
Due spedizionieri ascoltati dagli inquirenti romani hanno detto che tra il 2016 e il 2018 due dipinti erano stati nuovamente spostati e che si trattava delle repliche. Un altro dipendente ha raccontato che i quadri sarebbero stati sostituiti e avrebbe indicato anche le stanze in cui si trovavano le tele. Un altro ancora ha dichiarato di avere sentito da voci della casa che i quadri erano stati portati via nel 2018. Qualcuno ha invece detto che gli originali sono all’estero e che sono sempre stati lì, mentre ai muri delle dimore italiane erano appese le tre repliche, come dichiarato in passato da un legale degli Elkann. Un altro dipendente, invece, ha riferito che il quadro di Giorgio De Chirico – non sarebbe però in grado di indicare se si trattasse dell’originale – si trovava a Villa Frescot, a Torino, e sarebbe stato spostato e sostituito con un altro.
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