Bologna, 23 settembre 2025 – C’era una volta un motomondiale dominato da piloti americani e australiani. Si parla di anni ’80 e ’90, mentre con l’avvento del nuovo secolo, e con l’introduzione della Moto gp al posto della 500, a prendere il sopravvento sono stati gli italiani e gli spagnoli. Un cambio radicale. Lo studio è stato fatto da motorsport.com e riporta dati inequivocabili su una inversione totale della tendenza. Tra il 1980 e il 2000, ben 18 titoli sono andati a piloti extraeuropei (12 Stati Uniti e 6 Australia), ma dal 2001 in poi ben 24 titoli su 21 sono andati a piloti europei con le sole eccezioni di Casey Stoner (2007 e 2011) e Nicky Hayden (2006). Ci si chiede, inoltre, se l’ingresso degli americani di Liberty Media possa portare almeno alla presenza di un pilota a stelle e strisce in griglia, dato che oggi non ce ne sono. Per ora non sarà così. Parola di Carmelo Ezpeleta.
Ezpeleta: “Nessuna pressione da Liberty. Vogliamo i migliori”
L’attuale griglia Moto gp parla chiaro. I piloti permanenti, eccetto le wild card, sono 22 e di questi 9 sono spagnoli e 6 italiani, cioè la larga maggioranza, mentre Giappone, Thailandia, Australia, Sudafrica e Portogallo ne hanno uno a testa e solo la Francia ne ha 2. Anche nel 2026 la situazione non cambierà molto. Entrerà un turco, Toprak Razgatlioglu in Yamaha Prima Pramac, e un brasiliano, sfruttando il ritorno del gp del Brasile, ovvero Diogo Moreira promesso sposo a Honda, mentre usciranno il thailandese Somkiat Chantra e il portoghese Miguel Oliveira. Ancora nessun statunitense. Dorna, comunque, è attenta a certi equilibri e in passato ha cercato di evitare un sovrannumero di spagnoli (Sergio Garcia non è passato in Moto gp), ma per il momento non ci sono pressioni da Liberty Media per avere un pilota americano in pianta stabile. “Vogliamo avere i migliori al mondo e se sono di nazionalità diverse tanto meglio”, le parole di Ezpeleta al sito specializzato negando imposizioni dall’alto. Di certo, avere maggiori nazionalità aiuta, non solo Dorna ma anche i team e le aziende che possono aprirsi a mercati diversi. Proprio a questo guarda Ezpeleta: “Noi non imponiamo di avere piloti da più paesi, ma i team capiscono che farlo può essere vantaggioso anche per loro”. In ogni caso, non ci sono influenze di Liberty Media su questo e Dorna mantiene una certa autonomia. C’è collaborazione, ovviamente, ma non imposizione: “Nessuna, ci aiutano con le nostre idee e finora tutte le nostre proposte sono andate bene. Abbiamo un legame molto stretto e conoscendo il settore possono darci una grande mano”. Niente americani, però, perché evidentemente il movimento sta facendo fatica a produrre piloti di enorme talento per questo tipo di livello. I tempi di Spencer, Lawson, Rainey e Schwantz sono lontani. In futuro chissà. Leggi anche – Moto gp, gli orari tv del gran premio del Giappone