Si aggiungono nuovi e importanti elementi sull’investimento di martedì 23 settembre a Isola Sacra, Fiumicino, che ha visto perdere la vita a Simona Bortoletto. Gli inquirenti, infatti, non escludono l’ipotesi dell’omicidio volontario da parte dell’uomo che era alla guida. E data la relazione tra i due, potrebbe trattarsi di femminicidio.
Simona Bortoletto ipotesi femminicidio
Nel pomeriggio di giovedì 25, come riportato da LaPresse, è emerso dalle indagini sulla morte di Simona che la 34enne e il guidatore, di 30 anni, avevano una relazione. O l’avevano avuta. In ogni caso, la sera dell’investimento mortale su via Redipuglia, a Isola Sacra, erano appena stati a cena insieme. Per questo, dopo l’apertura del fascicolo per omicidio stradale, la postura degli inquirenti si sarebbe modificata, aprendo all’ipotesi di un femminicidio.
Vittima e investitore a cena insieme
L’uomo alla guida della Smart e la vittima, che al momento dell’impatto camminava insieme al figlio di 8 anni, si conoscevano. Lo ha confermato lo stesso 30enne ai microfoni de “La vita in diretta”, su Rai 1: “Avevamo mangiato insieme a casa mia, c’era anche mia figlia”. Non parla mai però di una relazione sentimentale, in corso al momento dell’investimento, o precedente: “Era come una sorella, lavoravamo insieme, ci conoscevamo da una vita”.
“Nessun litigio, era troppo buona”
Un’ipotesi investigativa che si sta facendo spazio, è che i due abbiano litigato durante la cena. E che Simona allora abbia preso il figlio e sia andata via, incamminandosi su via Redipuglia. A quel punto l’uomo avrebbe preso la sua Smart (con a bordo la figlia, come da lui stesso raccontato) per poi travolgere ad alta velocità Simona, morta sul colpo. “Nessun litigio, non si poteva litigare con lei, era la persona più buona del mondo” risponde però lui a Rai 1, fuori dalla sua abitazione. Al momento, l’uomo – risultato positivo all’alcol test – continua a essere indagato per omicidio stradale.
Telefoni cellulari sequestrati
La polizia locale di Fiumicino prosegue nella ricostruzione degli eventi, affiancata dai carabinieri coordinati dalla Procura di Civitavecchia. Sono stati sequestrati i telefoni cellulari di entrambi, per capire di che tipo fossero i rapporti tra Simona e chi l’ha uccisa, se ci siano stati screzi o litigi, frasi fuori posto o qualsiasi altro elemento utile ad avvalorare, o affievolire, l’ipotesi di un omicidio volontario.
“Forse si è buttata in strada per salutarmi”
Il 30enne, nel frattempo, racconta così quanto accaduto la sera di martedì: “Dopo cena mi sono accorto di non avere le sigarette – le sue parole a ‘La vita in diretta’ – allora ho preso mia figlia, e sono andato a comprarle in macchina. Andavo dritto sulla mia strada, poi non so cos’è successo, ho visto il vetro dell’auto scoppiato e sono sceso, non mi ricordo altro. Non so cosa è successo, forse Simona si è buttata in mezzo alla strada per salutarmi”. Una dinamica che al momento non risulta coincidere con la ricostruzione fatta dalla polizia locale, secondo la quale Simona camminava sul marciapiede. Dopo l’impatto, il 30enne si è fermato, ha chiamato il padre e poi sono stati chiamati i soccorsi. Ma per la donna non c’era più nulla da fare.
L’avvocato dell’investitore: “Rapporti sereni tra i due”
Sulla vicenda è intervenuto l’avvocato Mario Mangazzo, interpellato da LaPresse, legale difensore del 30enne: “Tra i due i rapporti erano sereni – ha spiegato -. Ora nomineremo un consulente medico legale per l’autopsia di Simona Bortoletto, che verrà effettuata lunedì prossimo”.