CONEGLIANO Scrivere di Banksy significa misurarsi con un paradosso: l’artista che ha fatto della clandestinità la sua firma è ormai al centro dell’attenzione del sistema che voleva scardinare. Con il volume L’arte fuorilegge. Banksy dai muri ai musei (e oltre) (ZeL Edizioni), Alessandra Orefice coneglianese, oggi di casa a Bologna affronta questo nodo con un’analisi colta e lucida, capace di intrecciare storia dell’arte, filosofia e cultura pop.
Il percorso tracciato dall’autrice copre tre decenni, dai graffiti della Bristol underground fino alle grandi installazioni come Dismaland e il Walled Off Hotel di Betlemme. Non si limita a ricostruire una carriera, ma mette a nudo le contraddizioni che l’hanno resa possibile: la metamorfosi di un vandalo in artista globale, l’ingresso della street art nei musei, la sua mercificazione e, insieme, la sua irriducibile capacità di scardinare certezze.
Banksy, l’arte dal basso che fa parlare i muri: il viaggio in 80 opere dentro alla street art