Con l’approvazione delle Linee di Indirizzo da parte della Conferenza delle Regioni lo scorso 9 settembre, prende forma il nuovo modello del Servizio Sanitario Nazionale, destinato a rivoluzionare l’assistenza sul territorio.

L’obiettivo principale è alleggerire gli ospedali, gestendo sul territorio i casi a bassa complessità e reindirizzando i cittadini verso strutture più prossime e attrezzate. Questo nuovo approccio è incentrato sulle Case di Comunità, luoghi che rappresenteranno il punto di contatto tra il cittadino e il sistema sanitario, in una rete che include un ruolo centrale per le farmacie.

Un modello “hub and spoke”

L’organizzazione si baserà su un modello “hub and spoke” per garantire capillarità e continuità. Le Case di Comunità di tipo “hub” saranno presidi sanitari di riferimento, con presenza medica 24 ore su 24, 7 giorni su 7, destinati a servizi più complessi. A queste si collegheranno le strutture “spoke”, punti di assistenza primaria più piccoli e diffusi, con medici presenti per 12 ore al giorno, 6 giorni su 7. Le strutture spoke saranno dedicate ad attività come: visite ambulatoriali per bisogni non differibili, gestione della cronicità e della fragilità in équipe, interventi di sanità pubblica e promozione della salute, primo livello di controlli diagnostici, nonché assistenza a turisti, studenti fuori sede e cittadini non residenti.

Il ruolo delle farmacie in questa nuova forma di assistenza

In questo nuovo ecosistema di assistenza territoriale, la farmacia emerge come un attore strategico e insostituibile. Le Case di Comunità, infatti, dovranno essere connesse con tutti i servizi della rete, tra cui le farmacie, valorizzandone la posizione capillare sul territorio e la loro funzione di presidio di prossimità.

Il commento di Federfarma: un ruolo chiave e di “demoltiplicatore”

Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha accolto con favore questa impostazione, enfatizzando il ruolo chiave che le farmacie sono in grado di svolgere nel nuovo sistema. «Le farmacie accolgono con favore questa impostazione, nella consapevolezza di poter svolgere un ruolo chiave a livello territoriale, considerando la capillare distribuzione della rete sul territorio. È importante – ha sottolineato il Presidente Federfarma – che le farmacie siano collegate alle Case di Comunità e, grazie all’erogazione dei servizi possano fungere da demoltiplicatore, assorbendo una parte degli accessi alle strutture pubbliche».

La farmacia, grazie alla sua facile accessibilità, potrà contribuire a gestire una parte della domanda di assistenza, garantendo servizi di base e fungendo da filtro per i bisogni non complessi, e consentendo così alle Case di Comunità di concentrarsi sui casi più specifici.