Shuryn Dmytro ha ammesso il delitto dell’ex collega Bala Sagor e avrebbe fornito indicazioni per ritrovare l’arma e gli altri resti del 21enne. La confessione è avvenuta nel corso dell’udienza di convalida del fermo. Il 33enne ucraino, che con la vittima aveva lavorato in un ristorante di Spoleto, ha confermato anche il movente economico. 

Secondo quanto riferito, il 33enne, cuoco in un ristorante di Spoleto che da dicembre non lavorava più insieme a Obi, avrebbe colpito il 21enne al culmine di una lite per i soldi che il giovane del Bangladesh è tornato a chiedere la mattina di giovedì 18 settembre, quando, come riferito da diversi testimoni, i due avevano un appuntamento. Secondo il suo racconto, Dmytro avrebbe reagito alle insistenze di Sagor che chiedeva la restituzione di soldi che l’ucraino non aveva. Lo avrebbe anche spintonato, quindi il 33enne avrebbe perso la testa, accoltellandolo. Ha compiuto il delitto da solo, secondo il suo racconto, senza l’aiuto di altre persone. L’0micidio risale, sempre secondo il suo racconto, proprio al 18 settembre. 

“È molto provato da questa tragedia che sta elaborando solo ora. È come se gli fosse calato un velo in quei momenti” ha spiegato l’avvocato Donatella Panzarola che lo assiste. Nel corso dell’udienza, Dmytro ha fornito anche indicazioni sull’arma usata e su dove ha nascosto i resti mancanti della vittima. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato sulla convalida del fermo, ma la decisione appare scontata.