Domenica 28 settembre 2025 la Moldova andrà alle urne per rinnovare il parlamento, un voto di un piccolo Stato al margine orientale dell’Europa con importanti implicazioni geopolitiche per l’intero continente. Situata tra l’Ucraina e la Romania, la Moldova gioca un ruolo strategico nel sostegno a Kiev, nell’export di grano via il Danubio e come linea di confine e barriera contro l’influenza russa. Un ritorno del paese sotto l’orbita del Cremlino potrebbe indebolire il fianco est dell’Unione Europea, minacciando la stabilità dei vicini membri della NATO come Romania, Polonia e i Paesi baltici. Il significato del voto è chiaro ai leader europei: a fine agosto il presidente francese Emmanuel Macron, il premier polacco Donald Tusk e il cancelliere tedesco Merz si sono recati a Chisinau per ribadire il sostegno dell’UE al percorso europeo moldavo. L’eventuale vittoria delle forze pro-Russia rafforzerebbe i timori di nuove pressioni, anche militari, ai confini orientali dell’Unione: la Russia mantiene 1.500 soldati in Transnistria, regione separatista filorussa.

In calo il partito della presidente Maia Sandu, il PAS

La presidente Maia Sandu e il suo Partito Azione e Solidarietà (PAS) detengono attualmente la maggioranza assoluta con 63 seggi su 101, ottenuti nel 2021. Il partito ha guidato il paese verso un maggiore allineamento con l’Unione Europea, avviando i negoziati di adesione nel 2024 e partecipando al primo vertice UE-Moldova nel luglio 2025.Tuttavia, l’entusiasmo iniziale appare affievolito. Un sondaggio pubblicato mercoledì dall’Istituto moldavo Idata ha mostrato un quadro elettorale altamente contendibile tra i filoeuropei del Partito d’azione e solidarietà della presidente Maia Sandu e i filorussi del Blocco della Vittoria.In vista delle elezioni di questa domenica, l’Istituto Idata attesta il partito governativo al 24.9%, mentre l’opposizione è data al 24.7%. Il sondaggio riporta, inoltre, che il 26,6% degli elettori intervistati non ha ancora deciso il proprio voto.Le cause principali di questa perdita di consensi vanno ricercate nelle difficoltà economiche, nella mancanza di progressi concreti su riforme promesse, nella lentezza del contrasto alla corruzione e forti pressioni esterne dovute alla guerra in Ucraina.

I principali blocchi politici in corsa

Pro-Europa: PAS e l’Alternativa BlocPAS (Partito Azione e Solidarietà): Pro-UE, riformista, anti-corruzione. Rischia di perdere la maggioranza e potrebbe essere costretto a una coalizione.Alternativa Bloc: Nuovo soggetto politico moderato, pro-europeo ma critico verso PAS. Include figure note come il sindaco di Chisinau Ion Ceban, l’ex premier Ion Chicu e il giurista Alexandr Stoianoglo. È visto come possibile ago della bilancia, ma il passato ambiguo dei suoi membri suscitano dubbi.Pro-Russia: blocchi e figure chiaveBlocco della Vittoria (Victory Bloc): Creato nel 2024, guidato da esponenti legati a Ilan Shor, latitante per corruzione. Fortemente filorusso, propone un modello federale che darebbe ampi poteri a regioni come Transnistria e Gagauzia. Il blocco è stato escluso dalle elezioni dalla Commissione elettorale, ma la decisione è oggetto di ricorso.Blocco dei Comunisti e Socialisti: Coalizione di sinistra con tendenze sovraniste, guidata dall’ex presidente Igor Dodon (accusato di corruzione e sotto processo). Ha attenuato la sua opposizione all’UE, ma propone relazioni più strette con Mosca e energia a basso costo.Partito del Nostro Popolo (Our Party): Movimento populista guidato da Renato Usatii, che si presenta come alternativa sia pro-Russia che a pro-PAS. Potrebbe ottenere il 5% necessario per entrare in parlamento e diventare decisivo per una coalizione.

Tensioni prima del voto: interferenze e ripercussioni geopolitiche

All’inizio di questa settimana, le autorità moldave hanno annunciato di aver effettuato 250 raid e arrestato 74 persone nell’ambito di un’indagine su un presunto piano sostenuto dalla Russia per incitare “rivolte di massa” e destabilizzare il Paese in vista delle elezioni. I raid hanno preso di mira più di 100 persone e si sono verificati in diverse località del Paese, secondo la polizia. Settantaquattro persone sono state trattenute per un massimo di 72 ore, ha dichiarato Victor Furtuna, procuratore capo della Moldavia presso l’ufficio per la lotta alla criminalità organizzata e ai casi speciali.

Dal palco dell’Assemblea generale delle Nazioni Uniti, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha esposto all’Onu le mire russe sul Paese e i rischi che ciò comporterebbe per l’Unione europea. Dopo aver perso la Georgia, “l’Europa non può permettersi di perdere anche la Moldova”, ha dichiarato il presidente Zelensky dal palco dell’Assemblea delle Nazioni Unite. “Abbiamo già perso la Georgia in Europa. I diritti umani e la natura europea del sistema statale stanno solo peggiorando lì, e la Georgia dipende dalla Russia, e da molti, molti anni anche la Bielorussia si sta muovendo verso la dipendenza dalla Russia”, ha dichiarato Zelensky, aggiungendo che “l’Europa non può permettersi di perdere anche la Moldova”. “La Russia”, ha proseguito Zelensky, “vuole fare in Moldova quello che l’Iran ha fatto con il Libano” e l’Europa non può permetterlo, l’Unione europea deve sostenere la Moldova in questo momento delicato. La Moldova è da anni terreno fertile per la disinformazione russa, attacchi informatici e tentativi di destabilizzazione. Le autorità moldave e l’UE temono che il Cremlino possa intensificare i tentativi di manipolazione, come accaduto durante le elezioni presidenziali del 2024 e il referendum costituzionale sull’UE.La presenza di truppe russe in Transnistria, regione che non riconosce l’autorità di Chisinau, resta una minaccia per la traiettoria pro-europea e filo-atlantica. Concretamente, in caso di una svolta favorevole alla compagine filo-russa, la regione potrebbe de facto diventare una base avanzata sul fianco orientale della NATO. PAS rimane in testa nei sondaggi, ma con un margine ristretto. Una coalizione sarà quasi inevitabile, e l’alleanza con partiti minori pro-UE o neutri sarà cruciale. Il rischio di un parlamento frammentato potrebbe rallentare o bloccare il processo di adesione all’UE.

Il Presidente Sergio Mattarella in Moldavia 18/06/24

Il Presidente Sergio Mattarella in Moldavia 18/06/24 (Rainews)