Dopo Porsche, anche Bentley ricalibra la rotta: il marchio di Crewe ha scelto di allungare la stagione dei motori a benzina, rinviando la corsa verso una gamma interamente elettrica. È un cambio di passo che fotografa bene lo stato reale del mercato del lusso su quattro ruote, dove la domanda di BEV avanza meno di quanto si pensava.

Lo ha ammesso Frank-Steffen Walliser, numero uno della Casa inglese, in un’intervista ad Autocar. Invece di diventare a batteria nell’immediato, i pilastri della famiglia Bentayga, Continental GT e Flying Spur continueranno ad avere sotto al cofano propulsori termici. Di fatto, una brusca sterzata rispetto al precedente programma Beyond100, lanciato nel 2020 e rivisto due anni più avanti, orientato a un futuro interamente elettrico entro il 2030.

Il peso di Porsche e Audi

Walliser va dritto al punto:

“Le decisioni e gli investimenti di Stoccarda e Ingolstadt hanno avuto conseguenze dirette anche a Crewe”

La tecnologia di Bentley è legata a doppio filo con quella di Porsche e Audi, che condividono piattaforme, trasmissioni e motori. Se questi due marchi frenano sulla mobilità a zero emissioni, oltremanica devono adeguarsi.

Di conseguenza, la prossima generazione delle vetture cardine arriverà con una proposta rinnovata ma ancora termica, forse con versioni elettrificate (mild o plug-in), non full electric. In un certo senso, è un ritorno al pragmatismo, in seguito ad anni di annunci spinti dal vento della transizione ecologica e dalle pressioni politiche europee.

Attenzione però: Bentley tiene uno spiraglio aperto all’elettrificazione. La strategia rimane quella di lanciare ogni anno, a partire dal 2026, un nuovo modello ibrido plug-in o elettrico. Il debutto spetterà al primo SUV elettrico compatto del marchio, concepito nelle vesti di “urban luxury SUV”, un mezzo che cercherà di portare l’esperienza del brand in un formato meno ingombrante e affine alle città. Il cambio, quindi, è soprattutto di ritmo e di approccio: dal salto totale verso l’elettrico a una transizione più cauta, fatta di convivenza tra propulsori tradizionali e tecnologie di ultimo grido.

La realtà del mercato

Dietro la svolta, una considerazione lucida sul comparto premium. Lo ha spiegato Walliser:

“C’è un calo della domanda di veicoli elettrici di lusso, perché l’attenzione dei clienti non è ancora abbastanza forte da supportare una strategia completamente elettrica”

Il punto è cruciale. Le elettriche top di gamma hanno convinto solo in parte la clientela Bentley, abituata a un carattere sonoro e sensoriale difficile da replicare con le batterie. E se i prezzi di listino superano i 200.000 euro i compromessi li respingi.

La domanda si è rivelata diversa da quella prospettata nel 2020: allora la spinta normativa e l’entusiasmo nei confronti dell’elettrico facevano pensare a un’accelerazione inevitabile. Ma nel lusso conta l’esperienza e oggi i clienti la vogliono ancora legata al respiro profondo di un V8 o alla spinta esagerata di un W12 (anche se quest’ultimo ha già imboccato il viale del tramonto). Per il marchio britannico, mantenere i motori termici significa percorrere una sorta di doppio binario: rassicurare i clienti tradizionali e, allo stesso tempo, prepararsi a un futuro che arriverà, non però nei tempi originariamente annunciati.