L’importanza della prevenzione a 360
gradi, con una particolare attenzione alla programmazione e alla
strategia vaccinale messa in campo a livello nazione che, con
l’avvicinarsi della stagione influenzale, torna di estrema
attualità. Questo il focus del convegno ‘Fare prevenzione:
programmare, pianificare, proteggere’, organizzato al ministero
della Salute, momento di confronto tra esperti e membri delle
istituzioni. “La prevenzione è la miglior forma di investimento:
in Italia c’è un vincolo del 5% dei fondi che le Regioni devono
destinare alla prevenzione, ma non tutti gli Enti sono virtuosi
– ha affermato Francesco Saverio Mennini, capo del dipartimento
della Programmazione, dei Dispositivi medici, del Farmaco e
delle Politiche in favore del Ssn del ministero della Salute -.

   
Come Ministero vogliamo incrementare questo fondo e, dialogando
con il Mef e l’Ue, vogliamo far sì che parte della spesa per la
prevenzione sia considerata un investimento, così che non venga
conteggiata come debito pubblico in modo da liberare ulterioi
risorse per il Sistema sanitario nazionale”. “Se non abbiamo
cittadini sani non possiamo avere un’economia forte – ha
aggiunto Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento della
Prevenzione, della Ricerca e delle Emergenze sanitarie del
ministero della Salute -. Il 5% di spesa sanitaria destinato
alla prevenzione è poco: dobbiamo omologarci all’Europa e
arrivare al 7%”.

   
Durante l’incontro sono state illustrate le principali novità
introdotte dall’ultima circolare ministeriale sulla
somministrazione dei vaccini antinfluenzali, con gli esperti che
raccomandano un impegno nell’aumento della copertura non solo
tra gli anziani e i fragili, ma anche tra bambini, adolescenti e
adulti e, per i neonati, l’immunizzazione contro il virus
respiratorio sinciziale. “La precedente stagione influenzale è
stata tardiva, ad alta intensità ed è possibile che la prossima
lo sia ancora: questo implica una campagna di vaccinazione lunga
– ha illustrato Paolo D’Ancona epidemiologo dell’Istituto
superiore di sanità -. Le coperture continuano a scendere anche
nelle popolazioni più a rischio per questo è necessaria
un’azione più decisa sui gruppi target”.

   

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