Un sorriso sano non si limita a proteggere da carie e gengiviti, ma salvaguarda anche cuore, cervello e pancreas. Negli ultimi anni la ricerca scientifica sta tracciando un legame sempre più evidente tra la salute della bocca e malattie gravi, dimostrando che i batteri e i funghi presenti nel microbioma orale non restano confinati tra denti e gengive, ma possono viaggiare nell’organismo e contribuire allo sviluppo di patologie sistemiche.
A tal proposito – come illustrato dai colleghi di Today.it – un nuovo studio della NYU School of Medicine, pubblicato su JAMA Oncology, ha rivelato che la presenza nella bocca di batteri e funghi nocivi, come la Candida, può triplicare il rischio di sviluppare il cancro al pancreas. Secondo i ricercatori, questi microrganismi possono migrare dalla bocca al pancreas attraverso la saliva, alimentando processi infiammatori che favoriscono la malattia. “È più chiaro che mai che lavarsi i denti e usare il filo interdentale può non solo prevenire la malattia parodontale, ma anche proteggere dal cancro”, ha sottolineato il dottor Richard Hayes, coautore dello studio.
Lo studio
Lo studio ha seguito per circa nove anni 122 mila partecipanti a due grandi indagini statunitensi (l’American Cancer Society Cancer Prevention Study II e il Prostate, Lung, Colorectal and Ovarian Cancer Screening Trial). In questo arco di tempo i volontari hanno fornito campioni di saliva tramite sciacqui con collutorio, permettendo ai ricercatori di monitorare l’eventuale comparsa di tumori pancreatici.
Il DNA batterico e fungino di 445 pazienti che hanno sviluppato il cancro al pancreas è stato confrontato con quello di altrettanti soggetti sani. L’analisi ha consentito di identificare 24 specie di microbi in grado di aumentare o ridurre il rischio di sviluppare questa neoplasia.
Tra questi, tre batteri patogeni (Porphyromonas gingivalis, Eubacterium nodatum e Peptostreptococcus micra) già noti per essere collegati a malattie gengivali, e funghi orali del genere Candida, normalmente presenti nel corpo umano. Valutando la composizione del microbioma orale di ciascun partecipante, i ricercatori sono riusciti a sviluppare uno strumento in grado di stimare il rischio individuale di cancro. “Profilando le popolazioni batteriche e fungine nella bocca, gli oncologi potrebbero individuare chi ha maggiore necessità di screening precoce”, ha sottolineato la prof.ssa Jiyoung Ahn, coautrice dello studio.
Il cancro al pancreas
Il tumore al pancreas è considerato un “killer silenzioso” perchè difficile da diagnosticare in tempo a causa di sintomi spesso vaghi e confondibili con altri disturbi. In Italia provoca ogni anno circa 15.000 decessi e oltre 13.500 nuove diagnosi, con una sopravvivenza a cinque anni ferma attorno all’11-12%, tra le più basse in assoluto. Colpisce soprattutto dopo i 75 anni, ma non risparmia i giovani, con un aumento dei casi osservato anche nelle fasce d’età più basse.
A partire dagli anni ’90, i tassi di incidenza nei giovani sono infatti cresciuti fino al 200%, un aumento definito “spaventoso” dagli oncologi, che però non trova ancora spiegazioni chiare. I fattori ipotizzati includono obesità, esposizione a fattori ambientali e alterazioni del microbioma.
I segnali da non trascurare
I segnali da non trascurare includono ittero, perdita di peso involontaria, mancanza di appetito, gonfiore e stitichezza persistente. Pur non essendo sempre legati a un tumore vanno indagati se durano oltre quattro settimane. Proprio per la difficoltà di diagnosi precoce, gli esperti sottolineano l’importanza della prevenzione, che passa soprattutto dal controllo dei fattori di rischio noti: smettere di fumare, mantenere un peso sano, seguire una dieta equilibrata e sottoporsi a controlli medici regolari.
Batteri orali: il legame con cuore e cervello
Quello della NYU School of Medicine non è uno studio isolato: sempre più ricerche stanno dimostrando che i batteri della bocca possono avere effetti che vanno oltre la salute orale. Il Porphyromonas gingivalis, responsabile della parodontite, è stato collegato a un aumento del rischio di infarto e ictus per la sua capacità di innescare infiammazione nei vasi sanguigni.
Tracce degli stessi batteri sono state trovate anche nel cervello di pazienti con Alzheimer, suggerendo un ruolo delle infezioni orali nella formazione della beta-amiloide e nel declino cognitivo. Ricerche finlandesi hanno inoltre individuato DNA di batteri orali nelle placche aterosclerotiche, rafforzando l’ipotesi che il microbioma orale possa contribuire a malattie cardiovascolari. Il filo comune sembra essere l’infiammazione cronica di basso grado (uno stato infiammatorio silenzioso, sistemico e di lunga durata), che altera l’equilibrio dell’organismo e può favorire processi degenerativi.
L’igiene orale come alleato della salute generale
I risultati di questi studi sottolineano quanto sia importante mantenere una buona igiene orale. Spazzolare i denti due volte al giorno, usare il filo interdentale e fare controlli dentistici regolari non protegge solo dai problemi dentali, ma potrebbe contribuire anche a ridurre il rischio di malattie sistemiche gravi, incluso il cancro al pancreas. Secondo il Cancer Research UK, fattori come il fumo e l’obesità – responsabili rispettivamente di circa il 22% e del 12% dei casi di cancro al pancreas – incidono negativamente anche sulla salute orale, aumentando la probabilità di infezioni gengivali e la proliferazione di microbi dannosi. Per questo, gli esperti ribadiscono l’importanza della prevenzione quotidiana.
Come ha spiegato il dottor Richard Hayes, coautore dello studio: “È più chiaro che mai che lavarsi i denti e usare il filo interdentale possa non solo aiutare a prevenire la malattia parodontale, ma può anche proteggere dal cancro. Batteri e funghi orali sono risultati fattori di rischio significativi per lo sviluppo del tumore al pancreas e possono aiutarci a identificare le persone a più alto rischio, contribuendo potenzialmente alla prevenzione personalizzata”.
Prospettive future della ricerca
I ricercatori intendono ora approfondire il ruolo dei virus orali, come il mughetto, e capire in che modo il microbioma della bocca possa influenzare non solo l’insorgenza, ma anche la prognosi dei pazienti. “Conoscere la composizione del microbioma orale potrebbe diventare uno strumento prezioso per individuare i soggetti a rischio e pianificare screening mirati”, ha concluso Hayes.