Già, gli avversari. Anche Conte era considerato troppo integralista, fissato con il 3-5-2 e i movimenti codificati in fase offensiva. Dopo l’esperienza al Tottenham si è fermato e si è aggiornato. Ha visto come il calcio sia andato in direzioni nuove e come si faccia in fretta a trovare antidoti da parte di chi ti affronta. Già l’anno scorso ha cambiato alcuni concetti e anche, spesso, il sistema di gioco. In questa stagione ha fatto un ulteriore salto in avanti. Con l’arrivo di De Bruyne, unito all’eclettismo di McTominay, si è ritrovato un centrocampo di lusso ma difficile da assemblare. Ecco allora l’idea di non rinunciare a nessuno dei suoi elementi del reparto di mezzo. Lobotka è l’unico ad avere la sua posizione fissa, per il resto si assiste a un continuo movimento che moltiplica, in fase offensiva, le possibilità di sviluppo del gioco. Nonostante la presenza di Neres e l’arrivo di Lang, la fascia sinistra è affidata alle incursioni di Spinazzola in un sistema asimmetrico che prevede invece, a destra, la presenza fissa di Politano. L’esterno basso mancino può anche accentrarsi, compiendo spostamenti complementari rispetto a chi va a occupare la fascia, ed è fondamentale, da quella posizione, nel tentare subito la riaggressione a palla persa.