Luca Marini è la rivelazione di questo fine stagione in moto Gp. Dopo il terribile incidente nei test di Suzuka (del 28 maggio scorso) che lo ha costretto a saltare tre gare, nelle ultime sei competizioni di stagione, tra sprint del sabato e gare della domenica, in sella alla Honda HRC ufficiale si è sempre piazzato tra i primi dieci. Ora il Gp in programma domania a Motegi in Giappone. Dopo av ere, rinnovato il contratto con HRC per il 2026, Marini ha chiuso sesto nelle prequalifiche, quinto il suo compagno di squadra Di Giannantonio (team Vr 46) settimo Bagnaia e sedicesimo Morbidelli.
Marini, quali sono le emozioni dopo il rinnovo con Honda per un’ altra stagione?
“Il rinnovo in Honda è stata per me una grossa soddisfazione, fonte di grande gioia. Tuttavia era una cosa che mi aspettavo perché ne stavamo già parlando da diversi mesi ma quando arrivi alla firma è sempre un bel momento. Il rinnovo ti garantisce infatti maggiore serenità e ti fornisce la soddisfazione di poter continuare un lavoro già iniziato, sperando di poter arrivare fino alla vittoria con Honda nel prossimo anno”.
In che modo è riuscito a riportare Honda ai vertici?
“Potendo disporre di tante persone che hanno fatto la differenza abbiamo inizialmente riorganizzato l’intero assetto della squadra. Rispetto allo scorso anno sono infatti arrivati tanti nuovi ingegneri e analisti. Dando ognuno il suo contributo mi hanno aiutato a compiere un passo in avanti. Personalmente credo di aver portato in Honda la mia esperienza delle precedenti annate e la mia attenzione a ogni singolo dettaglio. Credo infatti che la moto era abbastanza buona fin da subito, molto bella da guidare, ma ad essa mancasse performance in determinate fasi di guida e soprattutto mancava l’attenzione sui dettagli. Noi abbiamo lavorato su ogni minimo particolare senza tralasciare nulla. Ciò che ha fatto la maggiore differenza è stata però l’aereodinamica. Il vero sviluppo sulla performance della moto è infatti partito da questo punto. Qua in Honda in passato non ci credevano abbastanza, probabilmente i piloti avuti in precedenza non riuscivano a capirla e apprezzarla. Io invece ho fin da subito cercato di fargli capire che la moto, facendo bene l’aereodinamica, poteva migliorare sotto ogni fase. Credo che quest’ultimo sia stato il cambio più grosso, tutto il resto è stato un lavoro sui dettagli della moto”.
Lei è stato il migliore nel terzo settore di Misano, merito di Honda o già da prima era così?
“Questa è sempre stata una mia caratteristica poiché mi piace molto quel settore veloce del circuito di Misano. È infatti una parte un po’ sfidante per il pilota in cui devi andare molto forte al curvone mostrando anche un po’ di coraggio. Mi piace molto cercar di fare la differenza in quel settore perché penso che sia un punto in cui il pilota può trovare quel decimo al giro che può risultare molto importante. Ovviamente anche la moto aiuta ma ad oggi tutte sono molto competitive e anche quando ero in Ducati ero sempre tra i primi tre in quel settore”.
Quali sono le prospettive per le prossime quattro trasferte extraeuropee?
“Ogni gara è sempre buona perché tanto dipende da come ti trovi con la moto e da come inizia il venerdì. Ogni volta stiamo facendo dei grandi passi in avanti e ogni weekend può essere buono per ottenere altri risultati come quelli di Misano e quelli delle ultime gare. Il circuito d’Indonesia e quello di Philp Island sono tuttavia quelli che mi piacciono maggiormente. Cercherò comunque di dare quel qualcosa in più che ogni gara richiede”
È stata la gara di Misano quella che le ha suscitato più emozioni in questa stagione?
“La gara di Misano è stata fantastica soprattutto per il tifo presente sugli spalti. Era pieno di gente, con tanti amici e famigliari presenti. Ottenere un buon risultato in casa è sempre qualcosa di speciale. Tuttavia voglio puntare sempre più in alto, dove siamo arrivati non è abbastanza. Dobbiamo essere molto felici per i progressi compiuti ma dovremo continuare a spingere così forte fino al termine della stagione perché a mio parere possiamo ulteriormente migliorarci”.
Quale gara vorrebbe invece ripetere?
“Sinceramente vorrei rifare soltanto il test di Suzuka (in cui Marini è caduto ndr). Per il resto mi sembra di aver fatto sempre il massimo e non ho nessun rimpianto. Ho infatti sempre raggiunto il massimo che si poteva ottenere in quel momento”.
A che età è approdato nel mondo dei motori?
“Io posso dire di esserci nato tra i motori. Fin da piccolo andavo infatti a vedere le gare di mio fratello e la prima volta che ho provato una mini moto avevo quattro anni. Da quel momento non ho più smesso di correre in mini moto e all’ età di sette anni ho iniziato a fare qualche gara. Sono passato poi di categoria in categoria in un percorso per tutti scandito dalle tappe della crescita.”
Quali sono state le persone che la hanno maggiormente supportata?
“Sicuramente la persona che mi ha più aiutato quando ero piccolo è stato mio babbo. Lui infatti mi ha sempre accompagnato con il camper e insieme, quando ero in mini moto, abbiamo creato tante bellissime memorie. Nei primi anni è infatti sempre stato mio padre quello che mi ha accompagnato, sostenuto e aiutato nella mia crescita. Divenuto più grande è ovviamente diventato per me importante anche mio fratello, soprattutto da quando ho iniziato l’esperienza nel motomondiale. Trascorrevamo insieme tutti i weekend di gara e condividendo lo stesso paddock con lui è stato per me più facile apprendere dalla sua esperienza e chiedergli qualche consiglio. Nello stesso tempo anche il supporto di mia mamma, e negli ultimi anni di mia moglie, hanno fatto per me la differenza”.
Lorenzo Mazzanti