di
Dafne Roat
Secondo quanto ricostruito dalla Procura, prima il coach 48enne avrebbe provato a baciare la giovane che però lo aveva respinto. Successivamente, approfittando di un momento in cui era solo con la ragazza, l’avrebbe stuprata
Si è aperto ieri mattina, 26 settembre, il processo a carico dell’allenatore di pallavolo, 48 anni, accusato di aver violentato un’atleta minorenne. La difesa, rappresentata dalle avvocate Luisella e Sonia Speri Speccher, prima dell’apertura del dibattimento ha fatto una serie di eccezioni preliminari che erano state presentate anche in sede di udienza preliminare, poi respinte dalla gup Consuelo Pasquali. Il collegio, composto dai giudici Monica Izzo, Riccardo Dies e Fabio Peloso, ha poi definito la lista dei testimoni, chiesti dalla Procura, dalla difesa e dalla parte civile, rappresentata dall’avvocato Andrea de Bertolini, e ha rinviato l’udienza a fine ottobre per l’audizione dei primi testimoni dell’accusa. In quella sede si entrerà nel merito delle accuse mosse all’allenatore che ha sempre negato ed è pronto a difendersi fino in fondo.
La denuncia
Era stata la ragazza, all’epoca sedicenne, a denunciare coach dopo aver raccontato tutto ai genitori. Di lui si fidava, lo conosceva da tempo e quelle piccole attenzioni che a quanto pare le riservava, i complimenti sul modo in cui aveva giocato la partita, ai suoi occhi erano apparse normali attenzioni da parte di un allenatore verso la sua squadra. Ma poi qualcosa era cambiato. I primi approcci, nel tempo si sarebbero trasformati in qualcosa di più e l’uomo, secondo il racconto della giovane atleta, avrebbe allungato le mani, cercando di baciarla in almeno due occasioni, poi gli approcci sarebbero culminati con lo stupro. La ragazza aveva tentato respingerlo, ma l’uomo l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale completo. Un dramma terribile che aveva sconvolto tutto il mondo del volley trentino ed era emerso solo dopo la decisione, lo scorso dicembre, della Federazione pallavolo (Fipav) e del Tribunale federale di radiare l’allenatore.
La ricostruzione della Procura
I fatti risalgono a diversi mesi prima. Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Rovereto i primi tentativi dell’allenatore di avvicinarsi alla ragazza risalirebbero a marzo e inizio aprile dello scorso anno. Allora l’uomo avrebbe incontrato la ragazza davanti alla palestra e avrebbe tentato di baciarla, allungando le mani. In un’altra occasione il coach, secondo quanto ha raccontato la sedicenne, avrebbe cercato di avvicinarsi alla giovane atleta in una struttura sportiva, ma lei si era ribellata. Questo, però, non avrebbe scoraggiato il quarantottenne e, approfittando di un altro momento in cui era solo con la ragazza, l’avrebbe violentata. Un’accusa pesantissima che il coach ha sempre respinto. Secondo la Procura, invece, l’allenatore avrebbe approfittato del rapporto di fiducia instaurato con le atlete per realizzare il suo piano. Per questo le ragazze, forse, non avevano dato troppo peso ai suoi atteggiamenti, forse un po’ ammiccanti o eccessivamente camerateschi. La difesa è pronta a dare battaglia. L’uomo nega qualsiasi attenzione morbosa e insiste sul fatto che si tratta del racconto di una minorenne.
Vai a tutte le notizie di Trento
Iscriviti alla newsletter del Corriere del Trentino
27 settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA