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«In vista della prossima manovra, le grandi banche potranno generare un contributo di 5 miliardi di euro per sostenere famiglie, artigiani, commercianti e imprese». È quanto calcolato dal gruppo economico della Lega, che Matteo Salvini ha consultato per formalizzare una proposta ispirata a quanto sperimentato con successo, da anni, in alcuni Paesi europei. L’obiettivo è intervenire sugli extraprofitti dei maggiori istituti di credito.
Risorse per la pace fiscale
Gia ieri, Salvini aveva detto: le risorse per la pace fiscale si trovano «chiedendo un contributo alle banche in un momento in cui gli italiani tirano la cinghia. L’anno scorso le banche hanno guadagnato 46 miliardi di euro, come tre leggi di bilancio e una parte di questi enormi guadagni derivano dagli interessi che le banche non danno a chi ha dei soldi sul conto corrente. Se le banche invece di guadagnare 46 miliardi, alla fine dell’anno guadagneranno 42 miliardi e quei soldi finiranno alle famiglie e alle imprese in difficoltà», anche «le banche saranno felicissime», aveva spiegato Salvini.
Lo stop di Tajani: roba da Unione Sovietica
«Minacciare extraprofitti non serve a niente. Finché Forza Italia sarà al governo, non ci saranno mai tasse sugli extraprofitti. Questo lo voglio dire in maniera molto chiara. Il presidente del Consiglio Meloni infatti ha detto ’discutiamo’ ma la minaccia di tasse è inacettabile». Lo ha detto Antonio Tajani, ministro degli Esteri e segretario di Fi, replicando alla Lega dalla festa del partito a Telese Terme (Bn). «Io sono assolutamente contrario alle tasse sugli extra profitti, è roba da Unione Sovietica. Le banche possono dare un contributo ma non esiste il concetto di extra profitti, non esiste alcuna base giuridica. Le banche possono e devono fare il loro dovere ma l’extra profitto è una cosa che non esiste, devono spiegarmi cos’è», ha tuonato Tajani.
Meloni: confronto con le banche
Sulla questione del possibile contributo delle banche in Manovra «non dobbiamo escludere nessuna ipotesi, ma si potrebbe per esempio avviare un confronto positivo col sistema bancario come abbiamo fatto anche lo scorso anno», aveva detto la premier Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti a New York. «Il mio approccio non è che noi dobbiamo punire qualcuno, noi dobbiamo cercare alleati per le grandi priorità che vogliamo per questa nazione», così la premier.
Giorgetti: contributo doveroso
«Se si guardano i bilanci di questi ultimi cinque anni, vediamo che ci sono settori, imprese, situazioni, che hanno subito pesantemente la crisi e gli effetti ad esempio del costo dell’energia, e ci sono dei settori che invece, per bravura degli imprenditori che vi lavorano, come quello bancario, che hanno fatto degli utili stratosferici», è la posizione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «Ora in una situazione come questa, credo che in una logica di sistema, e senza bullizzare nessuno, però è giusto che in qualche tutti diano un contributo»