Siarhei Nikitsin, obiettore di coscienza e attivista bielorusso contro la guerra, rischia l’imminente estradizione dalla Lituania alla Bielorussia, dove sarà imprigionato e processato. Chiediamo a tutti i difensori dei diritti umani, ai giornalisti e alle organizzazioni internazionali di far sentire la propria voce ora per impedire la sua deportazione e garantirgli protezione.

Oggi, Siarhei è in Lituania senza documenti. Il suo permesso di soggiorno è stato annullato, il suo conto bancario congelato ed è privato del diritto di lavorare, sposarsi o accedere all’assistenza sanitaria. Può essere deportato in qualsiasi momento in Bielorussia, dove rischia la certa prigionia, la tortura e fino a 25 anni di carcere con molteplici accuse penali per le sue attività di opposizione pacifica.

Durante le proteste bielorusse del 2020, Siarhei ha scelto la strada della resistenza nonviolenta. Ha fondato e guidato un comitato di sciopero presso Hrodnapromstroy – l’azienda dove lavorava come saldatore e direttamente coinvolta nella costruzione della centrale nucleare bielorussa di Astravets, a pochi chilometri dal confine lituano. Mobilitando i lavoratori e interrompendo la costruzione, il comitato di sciopero ha sfidato direttamente questo progetto pericoloso, che pone gravi rischi per l’intera regione e soprattutto per la Lituania.

Per questo attivismo civico, Siarhei è stato perseguitato in Bielorussia. È stato costretto a fuggire e a cercare rifugio in Lituania. Tuttavia, invece di fornirgli protezione, le autorità lituane gli hanno negato l’asilo, e il Dipartimento di Sicurezza dello Stato (SSD) lo ha etichettato come una “minaccia alla sicurezza nazionale” unicamente a causa del suo servizio militare obbligatorio di quasi due decenni fa; viene completamente ignorato il documentato e coerente resoconto delle sue convinzioni contro la guerra, il suo rifiuto della violenza e il suo coraggioso attivismo pro-democrazia. Non c’è nessuna prova di legami tra lui e il KGB o le autorità bielorusse. Condannarlo sulla base di ipotesi e fantasie, ignorando al contempo il suo comprovato impegno per la pace e i diritti umani, è tanto assurdo quanto pericoloso.

Con la Campagna di Obiezione alla guerra vogliamo:

  • Mobilitare l’attenzione pubblica e l’advocacy internazionale per fermare l’estradizione.
  • Chiedere che la Lituania riconsideri la sua richiesta di asilo con tutte le garanzie procedurali e il rispetto dei diritti umani.
  • Garantire una difesa legale e coprire i costi di un avvocato per presentare una nuova domanda di asilo. Se non ripresenta la domanda di asilo, prima o poi Siarhei sarà deportato in una prigione bielorussa.

La voce di Siarhei è vitale. Egli rappresenta coloro che un tempo hanno prestato servizio nell’esercito ma hanno avuto il coraggio di scegliere la pace, anche a costo di rompere con le loro famiglie e tradizioni. Deportarlo non solo distruggerebbe la sua vita, ma invierebbe anche un messaggio negativo ad altri uomini bielorussi che resistono al militarismo e alla dittatura.

Movimento Nonviolento

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Campagna di Obiezione alla guerra

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