La Alpine coglie finalmente il primo trionfo nel FIA World Endurance Championship al termine di una 6h del Fuji incredibile che ha vissuto per lunghi tratti colpi di scena e ribaltoni.
Fra le varie neutralizzazioni e pit-stop che hanno rimescolato le carte in tavola, Charles Milesi/Ferdinand Habsburg/Paul-Loup Chatin sono stati bravissimi a balzare al comando con la loro A424, controllando alla perfezione la situazione nelle ultime due ore.
In Classe LMGT3 ancora una volta il primato viene assegnato ‘a tavolino’ da una penalità e per la seconda gara di fila a farne le spese è la Ferrari di AF Corse: stavolta a vincere è la Corvette#81 di TF Sport in una gara dove le posizioni si sono continuamente scambiate, anche dopo l’esposizione della bandiera a scacchi.
Partenza
Foto di: Masahide Kamio
HYPERCAR: la Francia sugli scudi
Ad un anno di distanza dal primo podio ottenuto, è ancora una volta il Giappone a benedire Alpine, che va a prendersi meritatamente il primo trionfo della sua LMDh telaiata Oreca.
Milesi è stato bravissimo a saltare davanti tra la quinta e sesta ora di gara, approfittando di una strategia studiata ottimamente dal muretto transalpino, che già aveva beneficiato di una precedente neutralizzazione per scalare la classifica, dopo che la #35 aveva dovuto scontare 10″ di penalità (5″ per infrazione durante una sosta e 5″ per una collisione di Habsburg con la Toyota #8).
La gioia di metà box per una affermazione storica, anche per via della corsa numero 100 del Mondiale, mitiga la delusione della parte #36 del garage, dato che Schumacher/Gounon/Makowiecki hanno chiuso lontanissimi e fuori dai punti per via di un Drive Through ricevuto alla 4a ora per un contatto nel doppiaggio della Ferrari LMGT3 #21.
Grande amarezza invece in casa Peugeot, che a lungo aveva sperato nel colpaccio: le 9X8 al Fuji confermano di trovarsi bene (grazie ad assenza di zavorre) e la #93 di Jensen/Vergne/Di Resta calca la piazza d’onore sul podio, recriminando però per quel primato sfumato a beneficio dei compatrioti, con la 9X8 #94 di Jakobsen/Duval/Vandoorne che taglia il traguardo quinta e forse con qualche rammarico di non essere stata così avanti da approfittare dei momenti favorevoli.
In mezzo alle due Peugeot troviamo le Porsche-Penske, emerse nella seconda metà di gara lottando strenuamente contro i rivali e meritando il podio con la 963 #6 di Estre/Vanthoor, che alla fine ha cercato in tutti i modi di insidiare Jensen per salire seconda, mentre la #5 di Jaminet/Andlauer è quarta e a lungo la migliore delle due LMDh tedesche, a conferma che la coppia francese funziona alla grandissima.
#12 Cadillac Hertz Team Jota Cadillac V-Series.R: Alex Lynn, Norman Nato, Will Stevens
Foto di: Andreas Beil
La Aston Martin conclude sesta con la #009 nelle mani di Riberas/Sorensen, unica Valkyrie a vedere il traguardo a causa del KO per incidente patito dalla #007 di Gamble/Tincknell, ma bisogna anche dire che ci si aspettava qualcosina in più dall’unica vettura priva di zavorre, con piena potenza ed energia maggiore di tutto il lotto.
Gara a due volti per le Cadillac-Jota, scattate al comando e poi scese nell’ordine strada facendo, anche a causa di scelte strategiche che hanno lasciato qualche dubbio: settima la V-Series.R #12 di Lynn/Nato/Stevens, solo 13a la #38 di Bourdais/Bamber/Button, sicuramente con il potenziale per fare meglio.
Durissima la gara della Toyota, che porta a casa un ottavo posto con la GR010 Hybrid #7 di Kobayashi/De Vries/Conway provando a lottare per quel che era possibile al trio, avendo una vettura decisamente appesantita e impossibilitata a tenere il passo degli altri. La #8 di Buemi/Hirakawa/Hartley è in fondo, causa incidente con foratura in avvio e poi a 3′ di penalità per pit-stop irregolare.
Nona posizione per la BMW #20 di Rast/Frijns/Van Der Linde, non all’altezza delle rivali, ma a guadagnare qualche punticino visto il ritiro prematuro della #20 di Marciello/Magnussen/Vanthoor.
#83 AF Corse Ferrari 499P: Robert Kubica, Yifei Ye, Philip Hanson
Foto di: Andreas Beil
Infine le Ferrari, probabilmente alla gara più difficile dopo quella di San Paolo. Anzi, forse peggio perché se in Brasile si sapeva a priori che non ce ne sarebbe stata, stavolta qualcosa di buono le 499P lo avevano mostrato sfruttando bene le occasioni. Ma la mancanza di potenza necessaria a giocarsela sul dritto (dove costantemente venivano raggiunte e affiancate), unita al grande peso – come Toyota – e ad una giornata poco brillante dei piloti, ha relegato le vetture di Maranello indietrissimo.
Al traguardo la migliore è la Giallo Modena #83 di Kubica/Ye/Hanson, decima e per la maggior parte quasi invisibile, seguita dalla #50 di Fuoco/Molina/Nielsen, i quali hanno perso terreno negli ultimi 120′ dopo che erano riusciti a risalire anche terzi con un grandissimo calabrese a sgomitare coi rivali. La #51 di Pier Guidi/Calado/Giovinazzi ha invece collezionato due sanzioni (Drive Through e Stop&Go di 30″ per track-limits superati troppe volte), rischiando anche dopo una collisione con la Porsche-Proton #99 e ora i leader di campionato – quindicesimi all’arrivo – dovranno essere perfetti in Bahrain se vorranno portare a casa l’agognato titolo.
#38 Cadillac Hertz Team Jota Cadillac V-Series.R: Earl Bamber, Sebastien Bourdais, Jenson Button, #81 TF Sport Corvette Z06 LMGT3.R: Tom Van Rompuy, Rui Andrade, Charlie Eastwood,, #33 TF Sport Corvette Z06 LMGT3.R: Ben Keating, Jonny Edgar, Daniel Juncadella
Foto di: Andreas Beil
LMGT3: Corvette all’ultimo respiro
Tanto per cambiare, anche al Fuji la Classe LMGT3 si è decisa in volata, stavolta pure ‘a tavolino’ perché Eastwood/Andrade/Van Rompuy, autori di una bella rimonta dalle retrovie, godono della penalità di 5″ inflitta alla Ferrari #21 (infrazione al pit-stop) che con il solito strepitoso Alessio Rovera era salita davanti da 10a che era a 90′ dalla fine.
E mentre in casa Corvette-TF Sport si festeggia giustamente l’affermazione della Z06 #81, in Vista AF Corse resta una grandissima amarezza per una rimonta rovinata, ma i punti presi sono preziosi per il trio Rovera/Mann/Heriau, che rilancia le proprie ambizioni di titolo visto che la Porsche-Manthey #92 di Lietz/Pera/Hardwick ha ottenuto solamente il quinto posto.
Bella risalita anche per le BMW del Team WRT, tra sportellate e colpi proibiti che hanno portato la M4 #31 di Farfus/Shahin/Boguslavskiy terza, seguita dalla #46 di Rossi/Al Harthy/K.Van Der Linde, i quali avevano accarezzato anche l’idea di poter regalarsi un trofeo prima di doversi fermare negli ultimissimi 10′ per una veloce sosta.
La Ferrari-AF #54 di Rigon/Castellacci/Flohr conclude sesta, seguita dalla Aston Martin #27 di Drudi/James/Robichon (The Heart of Racing), salvatisi da una collisione con la Valkyrie #007 che comunque ha fatto perdere terreno al trio, chiudendo davanti alla Corvette-TF Sport #33 di Juncadella/Keating/Edgar e alla Mercedes-Iron Lynx #61 di Martin/Berry/Hodenius.
Gara durissima per le Lexus dell’Akkodis-ASP Team: la #78 di Barnicoat/Gehrsitz/Robin arranca fino alla Top10, la #87 di Lopez/Umbrarescu/Schmid termina 15a e sono fra le più deluse, assieme alle McLaren-United Autosports che non vanno oltre un 11° e 14° posto.
Discorso a parte lo merita la Porsche #85 delle Iron Dames, Frey/Martin/Gatting, le quali erano state anche in grado di risalire la china meritandosi la Top5 con occhi sul podio, poi è arrivato un Drive Through per una infrazione commessa in regime di FCY; sanzione che è stata successivamente cancellata dalla Direzione Gara, quando però ormai la 911 l’aveva già scontata, ritrovandosi così al 13° posto che grida vendetta.
La migliore delle Ford-Proton è la #77 di Barker/Sousa/Tuck in 11a posizione, recrimina la #88 di Olsen/Gattuso/Levorato che era in lizza per il podio quando ha dovuto alzare bandiera bianca alla 5a ora in seguito ad un contatto in curva 1 che ha rotto lo sterzo della Mustang.
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