In certi casi è sempre meglio fare le cose facili e resistere alla tentazione di arrischiare il colpo di, anzi “da” genio, tipo buttare nella mischia Adzic. Comodo parlare dopo, è vero (se Adzic avesse fatto gol, eravamo qui ad applaudire). Ma è altrettanto vero che Igor Tudor è pagato per pensare prima e, forse, il ragazzino non era pronto ed è stato un azzardo vanitoso e velleitario. Per sostituire l’infortunato Conceiçao potevano esserci altre soluzioni (a partire da McKennie), magari meno creative, ma più conservative e solide del diciannovenne montenegrino, che ne ha azzeccate pochissime e ha causato il gol dell’Atalanta con una leggerezza. Ahilui, la stessa con cui aveva già perso tre altri palloni nella stessa zona del campo (c’è l’aggravante della recidiva, insomma) Chiariamo – per carità! – che se la Juventus ha pareggiato la partita, che poteva e doveva vincere, non è solo colpa del povero Adzic, ragazzo di tanto talento e poca esperienza, quindi meritevole di tempo e fiducia. Ma ieri, appunto, era meglio fare le cose facili, soprattutto dopo Verona e con l’esigenza di non sbagliare. E fare le cose facili, in fondo, è sempre stata la filosofia di Tudor da marzo in poi. Ogni tanto, però, gli allenatori si innamorano di un’idea o di una mossa e Tudor non fa eccezione. Ma, dicevamo, il problema non è Adzic, anzi. Fosse stato in forma, uno come lui poteva paradossalmente essere la soluzione al processo involutivo che ha colpito la Juventus nelle ultime due partite, contro Verona e Atalanta, costato quattro punti.

Il regista è Cambiaso, ci si aspetta di più da David e Openda

Riemergono vecchi problemi, riemerge la stanchezza creativa e la confusione tattica dell’anno passato. Robe da Motta. Il Motta che si arrendeva di fronte ai conclamati limiti tecnici della squadra, senza aggiungere nulla di suo per rimediare alla cronica mancanza di qualità, soprattutto in mezzo al campo. Il guaio è sempre lì: non c’è un regista e o almeno un uomo con le capacità tecniche di far transitare l’azione in modo meno faticoso e più veloce, consentendo così a Yildiz di concentrarsi sul suo lavoro, già gravoso di suo, senza costringerlo ad andare a prendere la palla lontano dalla porta avversaria. Allo stato attuale delle cose, il regista della Juve è sostanzialmente Cambiaso, con tutti gli squilibri e gli inconvenienti che comporta il passare sempre dalla stessa parte. Anche perché dall’altra, di parte, cioè a destra, un titolare credibile non c’è. Tudor si arrangia e a volte va bene, più spesso va così così. Forse, con qualche accorgimento in più e qualche azzardo in meno, una fra Verona e Atalanta, Igor poteva vincerla. Facendo le cose facili, appunto, che ci manca di confondere le idee quando già son così poche. D’altronde, questi sono esattamente i limiti evidenziati il primo settembre, al termine di un mercato faticoso e messo in salita dalla mancanza di soldi, bruciati un anno prima: fasce con poca qualità e quantità, zero regista. Quindi non siamo davanti a un brusco risveglio da un sogno estivo, ma esattamente a quello che ci si aspettava. Magari allenatore e dirigenti speravano che Jonathan David e Openda si ambientassero più rapidamente nella difficile jungla difensiva italiana, ma nessuno si faceva illusioni e non è un caso che Chiellini ieri abbia detto che, a ‘sto punto, Vlahovic se lo tengono fino alla fine.

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