Anderson prende il materiale letterario di partenza e ci fa un po’ quello che vuole, trasformando l’ambientazione fantasy in una waste land desertica alla Mad Max, ma molto più fumosa, fosca, screziata di arancione (sembra di stare in Fantasmi da Marte di John Carpenter) e più urbana (alla Ken il guerriero) e dalle architetture post-industrial. In questo mondo apocalittico dove si stende a perdita d’occhio la lost land del titolo – una distesa spoglia tappezzata di teschi umani che sembra scippata a una cover di un album del Megadeath – si muovono streghe e lupi mannari, demoni e fantasmi, e poi i membri di una setta religiosa formata da ninja con un look medievale a metà tra quello dei frati cacciatori di vampiri di Priest e quello dei clerici di Equilibrium. Tra questi, spicca un’inquisitrice fuori di testa che dà la caccia a Gray grondando odio, invidia e fanatismo.

Milla Jovovich in una scena di In the Lost Lands

Milla Jovovich in una scena di In the Lost LandsVertical

La Jovovich – brava, bellissima e probabilmente una vampira immortale che si spaccia per umana – fa del suo meglio per far trasparire i turbamenti della sua anima spremendoli da un copione scarnissimo. “Maledetta” dal dono di poter manipolare i malcapitati che incrociano il suo sguardo, destinata a portare sventura a chi la interpella, la sua Gray potrebbe forse trovare finalmente un compagno fedele in Boyce, un altro solitario segnato da un fato oscuro. Bautista, nei panni del pistolero da western di frontiera dotato di fucile con serpente a due teste, è assurdo e stranamente credibile al tempo stesso. Entrambi danno il loro meglio nelle scene d’azione: la Jovovich si muove esattamente come Alice in Resident Evil, è veloce, agile, scattante ed elegante. Bautista, wrestler professionista, più che abbattere gli avversari a suon di Batista Bomb, si limita a impallinarli con pistole e fucile, ed è un peccato. I protagonisti del film sono poliamorosi, ma a un solo individuo riservano il proprio amore. Boyce, in particolare, si trova a dover scegliere tra due donne, e quando lo fa, In the Lost Lands passa dall’essere un gradevole action un po’ trash a un film ridicolo.

Finché Milla e Dave, infatti, formano una semplice coppia di affiatati guerrieri, la loro alchimia è buona e le coreografie d’azione, sullo sfondo delle scenografie cheap eppur suggestive, offrono un ampio divertimento; quando – fondamentalmente dal nulla – la loro relazione prende una piega romantica, la loro sintonia scende a zero e dell’appagante sfrontatezza di un film votato all’intrattenimento puro e alla consapevole superficialità resta poco. La storia e le relazioni prendono il sopravvento sull’azione e i personaggi e il plot twist che vorrebbe elevare In the Lost Lands in un racconto intelligente è improbabile come la love story tra i protagonisti. Detto questo, se vi piace il genere, sarete lo stesso contenti di averlo guardato.