Gaza conta le vittime, Tel Aviv le crisi di coppia dei riservisti. I dati nell’indagine dell’Ufficio di Statistica di Israele

Mentre a Gaza si contano le vittime – ormai 66 mila secondo le fonti mediche della Striscia –, Israele calcola gli effetti della guerra sulle famiglie dei suoi riservisti: dalla crisi di coppia allo stato mentale dei figli, dalle difficoltà economiche all’impatto sugli studi universitari. A fotografare il Paese con una “Indagine sulle Famiglie dei Servitori di Riserva” è l’Ufficio Centrale di Statistica (CBS) di Israele. L’ente governativo ha pubblicato i risultati del sondaggio condotto per la prima volta nei mesi di aprile e maggio 2025 e rivolto ai coniugi dei militari che hanno prestato servizio tra il 7 ottobre 2023 e il 1 febbraio 2025. “Il rapporto di coppia è stato danneggiato a causa del servizio di riserva?”, “Il danno ha portato a prendere in considerazione la separazione o il divorzio?”, chiedeva, tra l’altro, il questionario. I risultati più recenti, diffusi il 28 settembre, evidenziano proprio le ripercussioni sui rapporti familiari, con la metà delle mogli sposate ai riservisti che riferisce di danni alla relazione a causa del servizio. Un terzo delle mogli che hanno risposto al questionario (34%) ha ammesso che il deterioramento ha portato a considerare la separazione o il divorzio.

“C’è stato un cambiamento negativo nello stato mentale/psicologico dei Suoi figli a seguito del servizio di riserva?”, chiedeva poi il questionario del CBS. Oltre la metà delle mogli (il 52%) ha segnalato un cambiamento negativo nello stato mentale dei figli di età inferiore ai 21 anni a seguito del servizio di riserva, con punte del 63% se il genitore ha servito tra i 200 e i 250 giorni. Il 61% delle compagne dei militari di riserva ha dichiarato di aver avuto bisogno di assistenza a causa del servizio. Tra queste, il 55% necessitava di supporto psicologico o emotivo, e il 38% di assistenza economica. Il 35% dei coniugi si è rivolto a servizi di salute mentale per sé o per i propri figli. Le famiglie con uno stile di vita religioso (83%) hanno fatto maggiore affidamento su familiari o amici per l’assistenza, rispetto alle famiglie laiche (74%) e ultraortodosse (64%).

I risultati appena divulgati si aggiungono a quelli già pubblicati il 7 settembre sulle difficoltà economiche e sulle interruzioni della vita lavorativa e accademica. Il 34% dei coniugi dei riservisti ha segnalato difficoltà economiche causate dal servizio. In particolare, tra le donne divorziate con figli e le madri single con figli, il 58% e il 48% rispettivamente hanno riferito difficoltà economiche che crescono in relazione al numero di giorni di servizio di riserva. Sul fronte occupazionale, circa la metà (46%) delle compagne che non lavoravano prima del 7 ottobre 2023 sono attualmente occupate, la maggior parte come dipendenti. Un quarto (25%) delle compagne lavoratrici dipendenti ha segnalato un danno al proprio stato occupazionale e il 30% ha subito un danno al proprio stipendio. Mentre il 73% delle lavoratrici autonome ha riportato contraccolpi alla propria attività. Il CBS si è informato anche del supporto ricevuto attraverso l’Istituto Nazionale di Assicurazione (Bituach Leumi), segnalando poi che il 65% delle donne divorziate con figli e il 33% delle madri single ha dichiarato di non aver ricevuto quanto dovuto. Infine, in ambito accademico, il 29% delle studentesse coniugate con riservisti ha posticipato corsi e l’8% ha interrotto del tutto gli studi a causa del servizio del partner.

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