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Il 7,7% negli uomini e il 2,6% nelle donne avranno un infarto o un ictus nei successivi 10 anni. A stimarlo è l’Istituto superiore di Sanità visto che le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia, con oltre 220mila decessi l’anno ed un costo stimato di 42 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale. Eppure, con la prevenzione, l’80% di questi eventi si potrebbe evitare. Per prevenire le malattie cardiovascolari ogni anno il 29 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Cuore. “Non perdere il battito” è il claim della campagna 2025, un invito per tutti a tenere il ritmo del cuore anche con piccoli gesti quotidiani di prevenzione, mentre in Italia sono tante le iniziative previste con visite ed esami gratuiti in numerosi ospedali. Cinque facili regole sono alla base della campagna 2025: muoviti ogni giorno per almeno 24 minuti, scegli le scale invece dell’ascensore, pratica la respirazione consapevole per ridurre lo stress, segui un’alimentazione equilibrata ricca di frutta e verdura, fai controlli periodici per conoscere i valori di pressione e colesterolo. Un check fatto in tempo può infatti fare la differenza.
Il rischio cardiovascolare in base all’età
La stima sulle possibili morti nei prossimi dieci anni per uomini e donne emerge dai dati preliminari per il 2023-2024 raccolti dall”Italian Health Examination Survey – Progetto Cuore dell’Istituto superiore di sanità (Iss) in base alle caratteristiche di sesso, età, pressione arteriosa, trattamento per ipertensione, colesterolemia, fumo e diabete. Per gli uomini di età compresa tra 35 e 44 anni, evidenzia lo studio, il rischio cardiovascolare medio risulta pari all’1,6%, per quelli di età 45-54 anni pari al 4,0%, per i 55-64-enni al 9,4%, per i 65-69-enni al 16,9%; per le donne nelle stesse classi di età, il rischio cardiovascolare medio risulta pari, rispettivamente, allo 0,4%, all’1,1%, al 3,1% e al 5,8 per cento. Oggi le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima causa di morte in Italia: 30,9% di tutti i decessi nel 2022. “Ma la maggior parte delle malattie cardiovascolari – affermano gli esperti – si può prevenire affrontando i fattori di rischio comportamentali e ambientali come l’uso di tabacco, una scorretta alimentazione e l’obesità, l’inattività fisica, l’inquinamento atmosferico. Sono essenziali politiche sanitarie che favoriscano scelte sane”. Negli ultimi anni si registrano comunque meno decessi grazie a prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione. Il tasso di mortalità (popolazione europea, Eurostat 2013) si è infatti ridotto dell’11% nei 6 anni dal 2017 al 2021. In particolare, nello stesso periodo, il tasso di mortalità delle malattie ischemiche del cuore si è ridotto del 18,3% e quello delle malattie cerebrovascolari del 14,8 per cento.
I consigli degli esperti per tutelare la salute del cuore
La maggior parte delle malattie cardiovascolari può essere prevenuta affrontando i fattori di rischio comportamentali e ambientali, come l’uso di tabacco, una scorretta alimentazione (incluso il consumo eccessivo di sale, zucchero e grassi) e l’obesità, l’inattività fisica, l’uso di alcol e l’inquinamento. In Italia, il Dipartimento Malattie Cardiovascolari dell’Iss conduce periodicamente, nell’ambito del Progetto Cuore, indagini di salute che prevedono misurazioni dirette ed esami del sangue e urine in campioni casuali di popolazione, al fine di monitorare nel tempo l’andamento degli stili di vita, dei fattori e delle condizioni di rischio legati alle malattie cardiovascolari. Dagli esperti arrivano dunque 5 consigli per tutelare la salute del cuore: non fumare, non eccedere con il consumo di sale (meno di 5 grammi al giorno), fare largo consumo di frutta e verdura, svolgere attività fisica regolarmente (ogni settimana almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata oppure almeno 75 minuti di attività fisica aerobica intensa), essere sottoposto a trattamento farmacologico in caso di ipertensione, diabete e lipidi ematici elevati.
Le principali condizioni di rischio per uomini e donne
I dati preliminari mostrano quanto siano diffuse le principali condizioni di rischio ed evidenziano l’importanza di un monitoraggio periodico della propria salute attraverso la misurazione dei principali parametri: nel 2023-2024 tra le persone di età 35-74 anni, il 23% degli uomini e il 24% delle donne è risultata in condizioni di obesità, il 9% degli uomini e il 7% delle donne è risultato affetto da diabete mellito (tra questi 2 uomini su 10 e 1 donna su 10 non ne erano consapevoli), il 25% degli uomini e il 30% delle donne è risultato avere livelli di colesterolemia totale elevati o essere in trattamento farmacologico specifico (tra questi 2 uomini su 10 e 2 donne su 10 non ne erano consapevoli), e il 49% degli uomini e il 37% delle donne è risultato avere livelli di pressione arteriosa elevati o essere in trattamento farmacologico specifico (tra questi 4 uomini su 10 e 3 donne su 10 non ne erano consapevoli). L’analisi dei tassi di mortalità standardizzati per uomini e donne per malattie ischemiche del cuore mostra che negli uomini la mortalità è trascurabile fino a 40 anni, emerge fra 40 e 50 anni e poi cresce in maniera esponenziale con l’avanzare dell’età. Nelle donne si manifesta circa 10 anni dopo, a partire dai 60 anni e cresce rapidamente dopo i 70 anni.