L’abruzzese ha chiuso sesto il Mondiale di Kigali, in Ruanda: “Non potevo fare di più, ma ho commesso un errore…”


dal nostro inviato Ciro Scognamiglio

28 settembre – 22:39 – KIGALI (RUANDA)

Sfinito, eppure trova la disponibilità di fermarsi e rispondere. È stato valoroso il Mondiale di Giulio Ciccone, che ha chiuso sesto a Kigali, anche se i 6’47” incassati da Pogacar sono un distacco pesante. Ma ecco l’analisi del 30enne abruzzese della Lidl-Trek, che rivedremo alla Tre Valli Varesine del 7 ottobre e al Lombardia dell’11 ottobre, mentre il Giro dell’Emilia di sabato 4 ottobre è in dubbio.

Giulio, la gara si è decisa sul Mont Kigali…

“Sì, si sapeva che fosse il punto chiave. Però, onestamente, non mi aspettavo che il percorso così duro: nelle prove avevamo avuto tutt’altre sensazioni. Penso sia dipeso pure dal clima, per quasi tutti noi è stata una sofferenza”. 

“Si è trattato nell’inizio di una nuova gara. Stavo bene, eravamo 5 azzurri in quel gruppo all’inseguimento. Ma al Mondiale da un giro all’altro cambia tutto. E quando Evenepoel è partito con Healy e Skjelmose, ho fatto un fuorigiri in discesa, faceva paura per quanto andava forte Remco. Così ho dovuto mollare un po’, gestirmi. Penso sia stata la giornata più dura della mia carriera”. 

Il risultato come lo valuta? 

“Il rimpianto più grande è quello di non essere riuscito a tenere quel gruppettino, ma ho pagato quel fuorigiri. Non c’erano tanti colpi da sparare, al massimo uno. E io forse l’ho speso nel momento sbagliato. Ma sono arrivato morto, finito, non ho niente da recriminare in questo senso. Essere comunque sesto in una gara così dura non è poco. Ho avuto la sensazione di avere perso 15 anni di vita in 6 ore, una cosa atroce. Un feeling estremo, da sfinimento”. 

L’Italia ha fatto il massimo? 

“Sì, anche se arrivare nei cinque avrebbe avuto un sapore diverso. Ma non potevo dare di più, la squadra ha dimostrato di essere un bel gruppo e il ct Marco Villa, alla prima esperienza, ha meriti evidenti in questo. Tante cose in tv non si vedono, ma i compagni hanno fatto alla grande il lavoro sporco. Io ho dovuto correre un po’ più di rimessa rispetto al solito. Se posso ripetermi, è stata una fatica estrema”. 

Avrebbe firmato per un sesto posto? 

“Io penso che sia il più forte di sempre, non c’è altro da dire. C’è pochissimo da fare contro di lui. Ero quasi sicuro che vincesse”.