KIGALI (Rwanda) – Di tutto e di niente. Dopo un brutto giorno come quello di Elisa Longo Borghini ai mondiali, sarebbe comprensibile se non avesse voglia di parlarne. La corsa è andata. La cena è finita da poco. E durante il brindisi per l’argento di Chantal Pegolo, lo sguardo di Elisa era mogio. Forse aveva sognato di essere lì anche lei, davanti a tutti, con una bottiglia da aprire e i ringraziamenti da fare. Un motivo per sorridere gliel’ha offerto Urska Zigart, cui la Longo ha proposto uno scambio di maglie.

«Mi piace il colore di quella slovena – dice mentre aspetta la signora Pogacar – non ce ne sono tante di questo colore, anzi direi che è unica nel gruppo».

Campionati del mondo, Kigali 2025, Elisa Longo Borghini, Ursk Zigart si scambiano la maglia nello stesso hotelScambio di maglia con reciproco autografo: la maglia di Urska Zigart sarà il solo souvenir di Elisa Longo Borghini dal Rwanda

Campionati del mondo, Kigali 2025, Elisa Longo Borghini, Ursk Zigart si scambiano la maglia nello stesso hotelScambio di maglia con reciproco autografo: la maglia di Urska Zigart sarà il solo souvenir di Elisa Longo Borghini dal Rwanda

L’obiettivo europeo

Quando Urska arriva, le due iniziano a parlare fitto, probabilmente della gara. La slovena è arrivata poco indietro rispetto all’azzurra, in quella corsa da mal di testa in cui a un certo punto è diventato difficile persino capire la composizione dei gruppi. Noi intanto ragioniamo fra colleghi: se la Longo era il capitano, perché a Malcotti non è stato chiesto di fermarsi e aspettarla? Hanno detto tutti che non si capisse nulla, Velo ha cercato di passare con l’ammiraglia. E’ un peccato: la trentina non aveva possibilità di risultato, aiutare Elisa avrebbe tenuto mezza porta aperta. Quando le due si salutano, il divano diventa il luogo giusto per mettere ordine nei pensieri o almeno provarci. Il mondiale è andato, gli europei bussano alla porta. 

«Il 29 settembre, domattina arrivo in Italia alle 5,50 – spiega Elisa – e il 2 ottobre parto in macchina per andare agli europei in Ardeche. Per me questa delusione diventa di sicuro una grande rabbia. Adesso mi ci vuole una bella dormita, domani farò una sgambata e poi mi passerà. Anche perché, in fin nei conti, è una corsa di bici. Una corsa importante, chiaro, su cui ho investito parecchio ed è sfumata così. Non sono mancate le gambe, non mi hanno staccato in cento. E’ stata una corsa strana, però bisogna guardare avanti perché indietro non si può tornare e ho davanti un altro grande obiettivo. Penso che l’europeo sarà una bella corsa. Le condizioni meteo saranno diverse, saranno quelle che piacciono a me. E sarà anche un’altra gara, perché sarà dura in maniera diversa».

Campionati del mondo, Kigali 2025, Elisa Longo Borghini, BArbara Malcotti con i media dopo l'arrivoLongo Borghini e Malcotti hanno fatto corsa individuale nel finale: Elisa era il capitano, si poteva fare diversamente?

Campionati del mondo, Kigali 2025, Elisa Longo Borghini, BArbara Malcotti con i media dopo l'arrivoLongo Borghini e Malcotti hanno fatto corsa individuale nel finale: Elisa era il capitano, si poteva fare diversamente?

Le lavagne di tedeschi e svizzeri

La hall dell’hotel ha quattro angoli, con divani e piccoli tavoli su cui già da qualche giorno i più giovani giocano a carte. Stasera ci sono da una parte gli under 23 con Finn mezzo disteso con le carte in mano. Accanto, su altri divani, le ragazze della squadra elite parlano con Chantal Pegolo, che hanno adottato. I discorsi arrivano ovattati, mentre Longo Borghini va avanti nel ragionamento.

«Mi sono adattata abbastanza in fretta al clima – dice Elisa – perché arrivavo dal Teide dove c’era un clima molto simile. Non riesco a dare nessun’altra spiegazione alla corsa di oggi, se non l’estremo tatticismo. Sappiamo tutti che si corre senza radio, ce ne siamo fatti una ragione ed è inutile lamentarsi. Però dico che oggi le radio sarebbero state molto importanti. Non si trattava nemmeno di preparare meglio o peggio la corsa a tavolino, perché onestamente è stata la gara più strana di tutta la mia carriera. Ancora più strana delle Olimpiadi di Tokyo 2021. Per capire la situazione, mi affidavo tanto alla lavagnetta della nazionale tedesca e a quella della Svizzera. Cercavo di leggere un po’ anche i riferimenti che davano alle olandesi, ma non mettevano i distacchi. E’ stata veramente una corsa senza logica, strana. Veramente in tutta la mia carriera non ho mai fatto una corsa così strana».

Campionati del mondo, Kigali 2025, Marco Velo commenta la corsa suito dopo l'arrivoVelo ha tenuto a fare il debriefing con le azzurre, prima di dare la sua opinione sul mondiale

Campionati del mondo, Kigali 2025, Marco Velo commenta la corsa suito dopo l'arrivoVelo ha tenuto a fare il debriefing con le azzurre, prima di dare la sua opinione sul mondiale

L’umiltà di Velo

Con la maglia verde di Urska Zigart nelle mani, il ragionamento inizia a virare verso gli europei di sabato prossimo. La squadra sarà praticamente simile a quella di Kigali. Velo ne aveva parlato prima delle convocazioni: su due percorsi così simili, la possibilità di scelta è limitata, per cui ad alcune delle ragazze di qui sarà richiesto il doppio impegno.

«Marco deve ancora darci la conferma – conferma Elisa – ma la squadra per l’Ardeche sarà molto simile. Tranne un paio, saremo le stesse. Con il nuovo cittì mi sto trovando bene. C’è sempre un buon dialogo, un costante scambio di opinioni, con messaggi e anche telefonare. Mi è piaciuto molto il fatto che dopo la corsa ci siamo seduti, ci siamo messi a discutere tutti insieme su cosa è andato bene e cosa è andato male. E’ una cosa che normalmente succede nella squadra di club, mentre nelle nazionali non è all’ordine del giorno. E sono anche contenta che oggi nel briefing ci abbia detto che ha bisogno di noi, perché questo per lui è un mondo un po’ nuovo, dato che arriva dalle cronometro. Ha detto che è bello poterci parlare e avere la nostra opinione, perché deve imparare tanto. Non è una cosa scontata da un commissario tecnico e questa cosa gli fa onore».

Si guarda intorno. Voglia di giocare a carte o stare in compagnia ne ha poca. Si alza, si scusa, ma ha sonno e vuole andare a dormire. Jacopo Mosca, suo marito, ha provato a tirarla su, ma da corridore e conoscendola, si è limitato a dirle che può capitare e ad offrirle un obiettivo. Sabato si corre, per fortuna non c’è tanto da aspettare. Non resta che tornare a casa per ricaricare le batterie, poi guidare fino in Francia.