A 23 anni, Jannik Sinner è entrato nella storia dello sport italiano.
Con la vittoria a Wimbledon, la finale al Roland Garros e il titolo all’Australian Open, ha firmato una stagione da leggenda in una disciplina in cui l’Italia ha avuto raramente protagonisti di questo livello. Il tennis, da sempre considerato territorio ostico per i nostri colori, oggi ha un nuovo re mondiale – e parla altoatesino. Ma Sinner non è solo una macchina da punti e trofei: è diventato un fenomeno culturale, un simbolo di sportività, disciplina e gentilezza. E a differenza di molti miti del passato, non divide. Conquista.
APPROFONDIMENTI
Campione globale di reputazione
Secondo la prima edizione della classifica Top Champion Reputation, curata da Reputation Manager Spa e anticipata dal Corriere della Sera, Sinner è l’atleta più influente del 2025 in Italia. Non solo per risultati sportivi, ma per immagine, valori trasmessi, impatto sul pubblico. Con un punteggio di 94/100, ha doppiato persino una leggenda come Lewis Hamilton. La sua forza? «Gentilezza, misura, credibilità, sportività». La sua ascesa è un caso da manuale nel mondo dello sport marketing globale: Sinner ha costruito una reputazione solida e trasparente, che oggi si traduce in sponsor di lunga durata, partnership internazionali e valore economico in costante crescita.
50 milioni nel 2025
Oggi Sinner è un brand globale. Solo nel 2025, il suo nome è associato a 13 sponsor di primo livello, tra cui Nike, Gucci, Rolex, Lavazza, Fastweb, Intesa Sanpaolo, Head, Panini, Pigna, De Cecco e persino Formula 1, di cui è diventato “friend”. Valore stimato: 30 milioni di euro in sponsor, più altri 20 milioni da premi e attività varie. Ma non è solo business: la creazione della Jannik Sinner Foundation, dedicata all’infanzia, ha rafforzato ulteriormente la sua immagine pubblica. Sinner, insomma, non è solo il miglior tennista italiano di sempre, è un esempio di come talento, etica e comunicazione intelligente possano ridefinire il concetto di campione nel XXI secolo. Ora il tennis italiano ha un volto riconoscibile nel mondo. E quel volto sorride con semplicità, mentre tiene in mano una racchetta d’oro.