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COSENZA – La decisione di realizzare il nuovo ospedale di Cosenza ad Arcavacata che “offre diverse chiavi di lettura, ma una in particolare si presta a una considerazione feroce quanto veritiera: Roberto Occhiuto è un cosentino che odia Cosenza“. Ciò è sembrato emergere sabato scorso, nella sede dell’Auser di Cosenza, alla conferenza stampa promossa da Comitato No alla Fusione di Cosenza, Comitato Cosenza – No alla fusione per una citta policentrica, Cos.S.A – Cosenza Storica Attiva, Associazione Dossetti – Prima che tutto crolli e Buongiorno Cosenza, e conclusa dal sindaco Franz Caruso, per denunciare “il maldestro tentativo di scippare a Cosenza il suo ospedale”.

“Tutti i relatori presenti – scrivono le associazioni – hanno evidenziato la violenza dell’atto, riconducendo la vicenda al nocciolo della questione: un conto è un Policlinico universitario di cui v’è necessita, stante la nuova e ben venuta Facoltà di Medicina a Arcavacata; altra cosa è dare a Cosenza un ospedale hub già assegnatole con atti dell’INAIL e dei ministeri competenti (finanziamenti destinati espressamente alla città capoluogo)”.

“Affermare oggi che spostare l’ospedale ad Arcavacata è una scelta lungimirante è nella migliore delle ipotesi una valutazione superficiale. Anche i bambini sanno che una cosa è l’ospedale hub a servizio di una intera provincia, altra cosa è il policlinico universitario, dove le attività per forza di cose sono significativamente differenti. Del resto, una cosa non escluderebbe l’altra. I nostri cugini catanzaresi, più fortunati di noi perché dispongono di politici più muscolari e meno genuflessi al potente di turno, hanno l’ospedale Pugliese Ciaccio in città e il policlinico universitario a Germaneto“.

“Funzionano entrambi bene, del resto anche il presidente Roberto Occhiuto si è fatto operare lì scegliendosi anche il medico esterno – alla faccia di chi non può godere di questi privilegi -, e offrono un’assistenza sanitaria migliore, questo va detto, rispetto a quella rinvenibile all’Annunziata di Cosenza e non certo per responsabilità del personale medico e paramedico. Senza contare cosa comporterebbe per l’economia complessiva della nostra città la perdita dell’ospedale e quale colpo mortale sarebbe per il vasto territorio a sud del capoluogo. Cosenza vivacchia per quattro locali di movida, per qualche attività professionale, per le scuole che ancora vi insistono e per un commercio che nessuno hai mai tutelato”.

“E allora perché meravigliarsi della scelta di Occhiuto? Anche spostare fuori dalla città l’ospedale segue questa logica: Roberto odia Cosenza. Una iperbole? No, una verità se si considerano alcuni fatti decisamente inconfutabili”.

“In questi anni di governatorato, Roberto Occhiuto non ha mai rivolto uno sguardo benevolo verso Cosenza, la città che gli ha dato i natali e che lo ha eletto consigliere circoscrizionale, consigliere comunale, consigliere regionale, deputato e in ultimo presidente della Regione Calabria. Una vita spesa al servizio della collettività? Mah! Sembrerebbe il contrario. Non lo ha fatto quando ha deciso motu proprio (c’era lui dietro il disegno di legge presentato da alcuni suoi sodali) di fondere Cosenza, Rende e Castrolibero senza un preventivo quanto doveroso studio preliminare unitamente a una propedeutica concertazione tra le parti. Un salto nel buio, come è stato definito, con il solo scopo di mettere le mani sui territori sui quali aveva da sempre poco appeal. È andata a finire come tutti sanno: la corazzata è stata affondata“.

Amaco, stadio e ospedali

“Non lo ha fatto quando non ha mosso un dito per ciò che resta dell’AMACO, il cui fallimento ha un cognome uguale al suo. Chi sarà? Non lo ha fatto per lo stadio San Vito-Marulla, non concedendo al comune di Cosenza gli stessi fondi che aveva destinato al “Militare” di Catanzaro (12 milioni di euro sic!), al tempo militante in egual categoria. Ma è sulla Sanità che il presidente e commissario si è superato, proseguendo nel solco tracciato da illustri predecessori – chiusi 18 ospedali – smantellando quella pubblica e costruendo ponti d’oro per quella privata. Alla luce di queste poche ma significative considerazioni, si rafforza in noi il sospetto che Occhiuto odi Cosenza. E a voi?”.

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