Tre c.t. in un anno (e uno di questi arrestato per reati gravissimi), senza soldi per i tour in Europa e a un passo dall’eliminazione nelle qualificazioni: una nazionale gloriosa, dove il rugby è una religione, è sull’orlo del disastro
Esattamente due anni fa Samoa-Cile finiva con un netto 43-10. Era il Mondiale di Francia, il primo della storia dei cileni: quello in Australia nel 2027 sarà il secondo, guadagnato proprio a scapito degli isolani, sconfitti nettamente 31-12 nella gara di ritorno nella bolgia di Vina del Mar (20mila spettatori, tutto esaurito) e costretti al torneo di ripescaggio contro Belgio, Namibia e la vincitrice dello spareggio Brasile-Paraguay, e solo una si qualificherà. Insomma, in due anni è cambiato tutto, e se il Cile si sta scrollando di dosso l’immagine da cenerentola le Samoa rischiano invece di rimpiombare in un’altra crisi profonda. Per una Nazionale storica del mondo del rugby non andare al Mondiale sarebbe un disastro, soprattutto perché sarà il primo a 24 squadre: più visibilità, più opportunità di fare bene e soprattutto più soldi, proprio quelli che in questo momento mancano e sono il principale problema della crisi samoana.