Bologna, 29 settembre 2025 – Oltre 120mila bolognesi potrebbero essere colpiti dall’influenza in arrivo dall’Australia. Il virus potrebbe varcare i confini nazionali tra la fine del mese di ottobre e l’inizio di quello di novembre, ma dipenderà dall’andamento delle temperature.
Cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi, lo abbiamo chiesto a Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna.
Direttore che tipo di influenza sarà quella del prossimo inverno?
“Se osserviamo quello che è accaduto in Australia, potrebbe esserci un aumento notevole dei casi rispetto allo scorso anno: là hanno registrato fino al 70 per cento dei casi in più. L’aumento dei casi però non fa il paio con la gravità, è bene sottolinearlo”.
I sintomi quali saranno?
“Febbre alta, oltre i 38 gradi, raffreddore, costipazione, disturbi gastrointestinali e il tutto in genere prosegue dai tre ai cinque giorni”.
Chi colpisce maggiormente?
“Le categorie più bersagliate sono le persone sopra i 75 anni e i bambini sotto i due. Poi ci sono tutte quelle categorie che, se colpite, possono avere problemi che sono: i diabetici, chi ha forme croniche dell’apparato bronco-respiratorio, patologie cardio-circolatorie, insufficienza renale, i dializzati e tutte le persone con deficit immunitari. Poi ci sono le donne in gravidanza, che possono vaccinarsi solo nelle strutture della Sanità pubblica e devo dire che stanno rispondendo molto bene, l’adesione è alta nelle nostre zone”.
I caregiver e le persone che hanno familiari fragili in casa è opportuno che effettuino la vaccinazione?
“Sì, è raccomandato. Proprio per la salvaguarda dei più deboli. E aggiungerei anche tutte le categorie di pubblica utilità: forze dell’ordine, chi si occupa di igiene urbana, chi lavora nella scuola, gli operatori sanitari, non solo pubblici ma anche privati, e tutto il personale socio-sanitario che opera nelle Rsa”.
Quante persone potrebbero ammalarsi nel Bolognese?
“Circa il 15 per cento della popolazione”.
Nel caso ci si ammali, cosa è meglio fare?
“Prendere farmaci antisintomatici, in particolari antifebbrili. Se c’è diarrea pensare a fermenti lattici. Se dopo cinque giorni la febbre non cala, quindi è possibile che ci sia anche una forma batterica, sarà il medico di famiglia a decidere cosa somministrare. Naturalmente il consiglio è quello bere molti liquidi che aiutano quando ci sono gli stati febbrili”.
Quando parte la vaccinazione?
“Il 13 ottobre, in tutta la regione. Il vaccino sarà un trivalente (copre tre virus, ndr) e non più un quadrivalente come lo scorso anno, visto che uno dei virus non circola più. E avremo anche disponibile il vaccino per il Covid che copre fino alla penultima variante”.
Del Covid cosa possiamo dire, dato che se ne parla sempre meno?
“Sembra che non sia mai esistito, ma in realtà sta circolando: lo abbiamo visto in modo consistente nel periodo estivo e subito dopo. La crescita è importante, tuttavia non abbiamo l’esatta percezione del numero esatto di popolazione perché il sistema di sorveglianza si basa solo sui ricoverati in ospedale, ma che arrivano prevalentemente per altri motivi. Poi si scopre che hanno anche il Covid”.
È bene fare anche la vaccinazione anti-Covid oppure no?
“Le indicazioni sono esattamente quelle che diamo per l’influenza, quindi tutti i soggetti fragili, i caregiver eccetera sarebbe bene che la facessero”.
Si possono fare insieme le due vaccinazioni, influenza e Covid?
“Sì, non ci sono problemi. Anzi, sono consigliate insieme perché provvedono a una ulteriore stimolazione del sistema immunitario”.
C’è molta disinformazione non solo sui vaccini, ma anche su molte malattie, specialmente sul web. Cosa può consigliare?
“C’è disinformazione perché a volte, anche noi, non siamo bravi a spiegare le cose. Questo fenomeno si combatte cercando le informazioni nei posti giusti. Quindi in tutti quei luoghi o siti dove le notizie sono di natura scientifica, quindi: strutture universitarie, oppure del sistema sanitario regionale o nazionale, o riconosciute a livello internazionale o ancora, se private, di alto livello scientifico. Tutte queste istituzioni si basano sui fatti”.