L’approdo di Mattia Gaffuri alla Polti-VisitMalta non è frutto del caso. Il corridore comasco, una delle perle dello Swatt Club che tanto ha rotto gli schemi al campionato italiano a Gorizia lo scorso giugno, ha attirato l’attenzione di Ivan Basso e dello staff della squadra. E lo ha fatto per via dei suoi numeri, prima, e per un approccio basato su metodo, disciplina e generosità che tanto stanno piacendo alla squadra del varesino.
Per la Polti-VisitMalta, che negli ultimi anni ha avviato un processo di scouting avanzato basato su analisi dei dati e algoritmi, come ci ha detto Basso stesso, Gaffuri rappresenta un profilo in linea con la filosofia di crescita e valorizzazione di giovani talenti.
Abbiamo parlato con Basso per capire perché abbia deciso di dargli questa opportunità, che qualità abbia riscontrato e cosa ci si può attendere dal ragazzo nelle prossime stagioni.


Trattativa anticipata
«L’aver preso Gaffuri – attacca Basso – è stata una scelta maturata nel tempo. Da mesi diversi informatori e collaboratori mi segnalavano il profilo di Gaffuri. Non mi sono limitato ad ascoltare: lo abbiamo seguito con attenzione attraverso il nostro sistema di analisi, un progetto che stiamo portando avanti negli ultimi anni con algoritmi e strumenti tecnologici. I suoi dati hanno mostrato indicatori estremamente positivi, tanto da convincermi a contattarlo a fine maggio, quindi prima del famoso campionato italiano di Gorizia».
«L’ho incontrato nel mio ufficio e ho trovato un ragazzo serio, preparato, con un’educazione di alto livello. Mi ha raccontato il suo percorso, la passione con cui si è formato, la cura dei dettagli. Ho avuto la sensazione che la nostra squadra fosse il tassello mancante per permettergli di compiere il definitivo salto di qualità. Così abbiamo deciso di offrirgli questa chance».
Basso spiega come Gaffuri sin da subito abbia risposto bene al team, mostrando un atteggiamento positivo e un rendimento concreto. Non era scontato: Gaffuri si è inserito in un calendario intenso, ha affrontato corse nuove e si è messo a disposizione del team.
«Già altre squadre avevano preso nota delle sue prestazioni, ma la mia volontà è stata chiara: vorrei tenerlo con noi. Se però sceglierà altre strade, resterà comunque la soddisfazione di aver contribuito al lancio di un corridore promettente».


Gaffuri e il lavoro
Basso, come è noto, era uno stakanovista del lavoro e la cosa che lo ha colpito di Gaffuri è stata proprio la sua cultura del lavoro.
«Gaffuri – riprende Ivan – è un atleta capace di esprimere in allenamento valori vicini, se non superiori, a quelli delle competizioni. Questo non è comune: la maggior parte dei corridori tocca i picchi solo in gara, mentre lui riesce a prepararli con costanza durante la settimana. E’ un coltore del metodo, cura il gesto tecnico, la posizione in sella, la cadenza, la respirazione. Ha l’abitudine di guardare al dettaglio e di pretendere molto da se stesso. Da tecnico e manager, io apprezzo moltissimo questo approccio, perché coincide con la mia visione del ciclismo professionistico: allenarsi non vuol dire solo accumulare ore, ma lavorare sulla qualità di ogni colpo di pedale».
Dal punto di vista fisico, Gaffuri è un corridore che va forte in salita, con margini di crescita evidenti. Non è facile incasellarlo già ora: potrà essere uno scalatore di riferimento o un uomo da corse a tappe di medio-alta difficoltà. La sua versatilità e la determinazione gli permettono di non porsi limiti. In questa fase della carriera, parliamo comunque di un classe 1999, il messaggio più importante è crederci, sognare in grande e costruire passo dopo passo la propria identità di atleta.


Non solo gregario
Il suo essere anche preparatore lo ha aiutato a maturare una conoscenza approfondita del lavoro. Sa cosa vuol dire soffrire in allenamento, sa come replicare le situazioni di gara con costanza e intensità. Questo è un valore aggiunto enorme, che si traduce in professionalità e consapevolezza.
«E’ raro – spiega Basso – trovare corridori capaci di alzare l’asticella negli allenamenti, di trattarli come un laboratorio di crescita. Gaffuri, invece, ha dimostrato di avere questa attitudine, ed è anche per questo che mi sono trovato in sintonia con lui. Io stesso ho un debole per il dipartimento performance della squadra: mi piace osservare i ragazzi mentre lavorano, seguirne i dettagli, correggere i gesti. Vedere in lui la stessa cura e la stessa passione è stato come riconoscere un’affinità naturale.
«Nelle prime gare con la Polti-VisitMalta Mattia ha già dimostrato mestiere. Nonostante fosse nella situazione di dover emergere per conquistare una riconferma, ha scelto di mettersi al servizio della squadra. In Toscana, alla sua prima corsa sotto la pioggia, ha chiuso quindicesimo dopo aver aiutato i compagni. E’ stato un segnale forte: non ha pensato solo a sé, ma al bene del gruppo. Questo, unito al metodo con cui affronta il lavoro, fa capire che è pronto per stare in questo ambiente. Può stare nel ciclismo di alto livello. Da qui a fine stagione è chiamato a fare molte gare e in alcune sarà leader».


Provare a tenerlo
Una cosa che ci ha incuriosioto è come il gruppo ha accolto Gaffuri. In fin dei conti non capita spesso che l’ultimo arrivato, tanto più che si è formato secondo un percorso non tradizionale, arrivi e faccia il leader.
Anche in questo caso, Basso non ha dubbi: «Mattia si è presentato con intelligenza e umiltà alla squadra, guadagnandosi la fiducia e l’amicizia dei compagni. Alla Polti-VisitMalta scegliamo le persone prima ancora che i corridori e lui si è integrato perfettamente nello spirito della squadra».
A questo punto viene da già da interrogarsi sul futuro, tanto più che in apertura lo stesso Basso ci ha detto che alti team erano (o sono) su Gaffuri. Insomma, resterà alla Polti-VisitMalta? E che margini ha?
«Non ho la bacchetta magica – replica Basso – ma credo che un atleta così determinato non debba porsi limiti. Potrà crescere ancora molto, soprattutto imparando a gestire le salite in corsa e sfruttando al meglio il calendario che affronterà. E’ un ragazzo che ha già fatto tanta strada per arrivare dove si trova oggi: se continuerà a crederci, potrà togliersi soddisfazioni importanti.
«Per noi, comunque vada, questa è già un’operazione di successo. Se resterà, avremo gettato le basi di una bella storia. Se invece deciderà di cambiare, resterà la consapevolezza di aver contribuito alla sua crescita e al suo ingresso tra i professionisti. Per me e per i miei collaboratori è una soddisfazione, e lo è anche per i nostri sponsor: significa che il nostro lavoro di scouting funziona. In ogni caso, Gaffuri ha già lasciato un segno. E questa, nel ciclismo di oggi, è forse la cosa più importante».