Quattro anni e quattro mesi di carcere. Termina con un colpo di scena il processo di primo grado, con rito abbreviato, a Salvatore Gallo, 84 anni, storico nome del Partito Democratico torinese. Il giudice del tribunale di Torino Antonio Serra Cassano oggi, 29 settembre 2025, lo condanna a una pena superiore ai due anni e dieci mesi di reclusione richiesti dal sostituto procuratore Valerio Longi, nonostante l’assoluzione da alcune accuse. 

La reazione del politico 

Gallo, presente in aula per la prima volta dall’inizio del processo, si volta sgomento appena capisce cosa prevede il verdetto. Poi resta fermo e attonito, accanto all’avvocato difensore Alberto Mittone, mentre il giudice elenca le altre condanne. Uscito dal palazzo di giustizia, resta in silenzio: Sasà, come tutti lo conoscono, non vuole commentare. “Faremo ricorso in Appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza” anticipa il legale. 

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Tessere carburante e richieste di voto

Sono tre i reati per cui l’anziano politico, a lungo top manager della Sitaf (concessionaria della A32 Torino-Bardonecchia), è stato condannato: peculato, corruzione elettorale e indebito utilizzo di carte di pagamento. 

Al tempo della campagna elettorale del settembre-ottobre 2021, avrebbe promesso a un amico la propria intermediazione per essere sottoposto a visite chirurgiche specialistiche senza attendere il proprio turno, “in cambio di almeno cinquanta voti per Caterina Greco”, all’epoca candidata Dem al Consiglio comunale (poi eletta, estranea all’inchiesta). Inoltre, avrebbe “distribuito tessere di servizio per il transito gratuito sulla A32 a conoscenti, per utilizzi meramente privati”. 

Inoltre, avrebbe utilizzato carte di pagamento della Sitalfa (società che si occupa della manutenzione sulla A32, amministrata dall’imputato Roberto Fantini) per pagare migliaia di euro di pedaggi autostradali e, “in 98 occasioni tra il 2019 e il 2023, per l’acquisto di 4.338 euro di carburante”.

Le infiltrazioni della ‘Ndrangheta, approfittando delle grandi opere 

Gallo è solo uno dei tanti indagati dell’inchiesta Echidna, che ha documentato le attività di un’articolazione territoriale della ‘Ndrangheta che sarebbe legata ai Pasqua e avrebbe base operativa a Brandizzo, tra il 2014 e il 2021. Tramite aziende di edilizia e trasporti, gli indagati si sarebbero infiltrati nell’economia legale del territorio, ricevendo in modo illegale commesse da appaltatori del settore autostradale e per la realizzazione delle grandi opere. Il tutto sarebbe avvenuto anche con numerosi contatti con Fantini, all’epoca amministratore delegato di Sitalfa.

Proprio sulla base di questo, il 4 aprile 2024, i carabinieri del reparto operativo speciale di Torino avevano arrestato nove persone per i reati (a vario titolo) di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, estorsione, ricettazione e detenzione illegale di armi.

Le altre condanne 

Per Gallo, la sentenza di oggi prevede anche l’assoluzione per l’accusa di tentata estorsione e alcuni episodi di peculato. Il giudice, poi, condanna altri tredici imputati, tra cui l’ex direttore tecnico di Sitaf Salvatore Sergi (tre anni di reclusione) e ne assolve quattro. 

Per diversi componenti della famiglia Pasqua, il processo si sta svolgendo al tribunale di Ivrea, per questioni di competenza territoriale. Fantini, invece, già prosciolto da alcune accuse, sarà processato con rito ordinario da febbraio 2026 per quelle che restano a suo carico. Il Comune di Brandizzo è costituito parte civile con l’avvocato Giulio Calosso.

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