Settanta anni fa, il 30 settembre del 1955, a soli 24 anni, l’attore James Dean morì in un incidente stradale in California al volante della sua Porsche 550 Spyder. La sua morte improvvisa, come spesso avviene per la prematura scomparsa di molti personaggi famosi, scatenò una serie di bizzarre teorie, storie macabre e oscure leggende. La più famosa è legata proprio alla celebre auto guidata dal giovane attore e da lui battezzata col fatale nomignolo “Little Bastard”

Umberto Schiavella

30 settembre – 08:02 – MILANO

Il 30 settembre del 1955, a soli 24 anni, James Dean morì in un incidente stradale sulla statale 46, all’epoca 466, in California, mentre era al volante della sua Porsche 550 Spyder diretto a Salina dove avrebbe partecipato alla Salinas Road Race in programma l’1 e il 2 ottobre. Il giovane attore americano, con soli tre film girati in appena diciotto mesi, La valle dell’Eden, 1955, Gioventù bruciata, 1955 e Il gigante, film postumo del 1956, entrò nell’Olimpo del cinema americano diventando leggenda. Come ha scritto qualcuno, “Il 30 settembre del 1955 muore James Dean, ma il 1° ottobre diventa immortale”. Una nuova divinità scaraventata nel pantheon delle stelle del mondo dello spettacolo, un novello Dioniso, l’attore che meglio di tutti ha incarnato il “bello e dannato”, il ragazzo travagliato e imperscrutabile, dà vita a miti e leggende legati alle cause della sua morte, ma sopratutto alla sua auto portando alla luce storie a cavallo tra il reale e il soprannaturale, alimentando il mistero di una grande star scomparsa prematuramente. Un mistero legato, soprattutto, alla strepitosa Porsche 550 Spyder.

James Dean e la sua Porsche Spyder

James Dean e la passione per il mondo delle corse—  

Nel 1954 James Dean pensava a intraprendere una possibile carriera nel mondo del Motorsport e cominciò ad acquistare alcune moto e auto. A ridosso dell’inizio delle riprese di Gioventù bruciata, il 26 e 27 marzo del 1955 partecipò alla sua prima competizione professionale, le Palm Springs Road Races in California. Dean ottenne il primo posto nella categoria principianti e il secondo posto nella gara principale. Le sue corse continuarono a Bakersfield un mese dopo, dove si classificò primo nella sua categoria e terzo assoluto. Dean sperava di partecipare alla 500 Miglia di Indianapolis, ma i suoi impegni lo resero impossibile. L’ultima gara di James Dean si svolse a Santa Barbara il 30 maggio del 1955 durante il Memorial Day, ma non riuscì a terminare la competizione a causa della rottura di un pistone. La sua breve carriera fu interrotta quando la Warner Brothers gli proibì di partecipare alle gare durante la produzione del film Il gigante. Dopo aver terminato di girare tutte le sue scene e con la pellicola in post-produzione, James Dean decise di tornare a gareggiare iscrivendosi all’imminente Salinas Road Race dopo aver acquistato la Porsche 550 Spyder del 1955. Insieme all’attore, quel maledetto 30 settembre, c’erano il coordinatore degli stuntmen Bill Hickman, il fotografo della Collier’s Sanford Roth e Rolf Wütherich, il meccanico tedesco della casa di Stoccarda che si occupava della manutenzione della Little Bastard. A quanto pare fu proprio Wütherich ad incoraggiare Dean a guidare l’auto da Los Angeles verso Salinas per rodarla, accompagnando Dean a bordo della Porsche.

The nickname "Little Bastard", given to the Porsche 550 Spyder of U.S. actor James Dean, is displayed on a replica vehicle near the intersection of Highways 46 and 41 near Cholame, California September 30, 2005. Fans of the actor came to the site to pay respects on the 50th anniversary of Dean's death. Dean was killed when "Little Bastard" collided with a car driven by a student at the intersection. REUTERS/Robert Galbraith

La Porsche 550 Spyder di James Dean—  

Prodotta dal 1953 al 1957 la Porsche 550 Spyder (il numero indica il 550esimo progetto dello studio di progettazione Porsche) era un’auto pensata per le competizioni su strada come la celebre Mille Miglia. L’auto era spinta da un motore 4 cilindri boxer da 1.498 cc raffreddato ad aria con quattro alberi a camme in testa installato in posizione centrale-posteriore. Il propulsore vantava un complesso sistema di distribuzione che prevedeva 9 alberi, 14 coppie coniche e 2 cilindriche che consentivano di superare la soglia dei 7000 giri. L’alimentazione faceva affidamento su due carburatori Solex a doppio corpo. L’unità sviluppava una potenza di 112 Cv che divennero 180 Cv al massimo dello sviluppo. Nelle versioni stradali erogava potenza pari a 70 Cv arrivando fino a 135 Cv nelle vetture ufficiali vincitrici della Targa Florio. Grazie ad una buona distribuzione delle masse ed a una particolare aerodinamica, la Porsche 550 Spyder raggiungeva una velocità di 220 km/h accelerando da 0 a 100 km/h in meno di 10 secondi. L’auto fu battezzata dall’attore Little Bastard. Il nome deriverebbe dal modo in cui Jack Warner, presidente della major cinematografica Warner Bros, era solito riferirsi a Dean: “piccolo bastardo”, un epiteto volto a sottolineare il temperamento dell’attore poco incline alle regole. Dean personalizzò la sua Porsche “argentata” affidandosi alle mani esperte di George Barris, il famoso designer di auto di Hollywood noto per aver personalizzato numerose vetture utilizzate nei film e nei telefilm dell’epoca, celebre la Batmobile ideata per la serie televisiva del 1960. Il designer rivestì i sedili in tartan e fece dipingere il numero “130” sulle portiere, sul cofano anteriore e su quello posteriore insieme alla scritta Little Bastard. È ancora la leggenda a narrare il fatidico incontro che ebbe luogo il 23 settembre del 1955, esattamente una settimana prima della morte di Jimmy. Presentandosi ad Alec Guinness fuori dal ristorante Villa Capri a Hollywood, Dean gli chiese di dare un’occhiata alla sua nuovissima Porsche. Non appena l’attore britannico posò lo sguardo sull’auto le apparve “sinistra” e, rivolgendosi a Jimmy, gli disse: “Se sali in quella macchina, ti troveranno morto entro la prossima settimana”. C’è sempre un momento, un evento che precede e scatena la nascita di un mito.

James Dean al volante di una Porsche 130

La maledizione della “Little Bastard”: tra fantasia e realtà—  

Il dottore Troy McHenry, importante chirurgo ortopedico di Los Angeles in quegli anni, durante una gara della seconda edizione delle Pomona Sports Car Races in California, perse il controllo della sua Porsche 550 Spyder numero 56. Morì sul luogo dell’incidente, era una domenica, il 21 ottobre del 1956. L’auto del dottore montava parti delle sospensioni anteriori e posteriori della Porsche 550 Spyder di James Dean. Secondo lo storico della casa di Stoccarda Lee Raskin, autore del libro James Dean: at Speed, l’unica parte della maledizione che può essere provata è proprio la morte del dottore Troy McHenry, mentre quasi tutto il resto è inventato. Raskin crede che Barris abbia concepito le storie per perpetuare il mito di James Dean, soprattutto in occasione degli anniversari importanti della sua morte. Narra ancora la leggenda che le componenti “possedute” furono acquistate da McHenry o forse date in prestito da un altro dottore, William Eschrich, che aveva acquistato il motore, la trasmissione, lo sterzo, i freni e altre parti meccaniche non danneggiate della Little Bastard dalla Pacific Indemnity Insurance Company, la compagnia di assicurazioni di Dean, per 2.500 dollari, mentre ciò che rimase fu venduto a George Barris. Questo è quello che avrebbe dichiarato in alcune interviste il cugino di James Dean, Marcus Winslow Junior. Secondo altre fonti, il dottor William Eschrich acquistò i resti della Porsche di Dean da un autodemolitore per 1.000 dollari. Riparò e installò il motore su una carrozzeria Lotus. Durante una gara, Eschrich ebbe un incidente, fortunatamente senza conseguenze, cosa che accrebbe ancora l’aura di oscurità intorno a quello che rimaneva dell’infausta vettura. Sul web si trovano storie che affermano che il povero dottore rimase addirittura paralizzato: niente di tutto ciò. Non è chiaro se il dottor Eschrich potrebbe aver comprato, oltre al propulsore, anche altri pezzi di ricambio della Porsche di Dean, successivamente entrati in possesso del dottor Troy McHenry, all’epoca entrambi piloti amatoriali che correvano nelle stesse competizioni in California.

A replica of a Porsche 550 Spyder, similar to that owned and driven by U.S. actor James Dean in 1955, is seen near the intersection of Highways 46 and 41 near Cholame, California September 30, 2005. Fans of the actor came to the site to pay respects on the 50th anniversary of Dean's death. Dean was killed when his car, nicknamed, "Little Bastard," collided with a car driven by a student at the intersection.  REUTERS/Robert Galbraith

La morte improvvisa di James Dean, come spesso avviene per la prematura scomparsa di molti personaggi famosi, scatenò una serie di bizzarre teorie. Secondo la più gettonata l’attore non sarebbe morto nell’incidente, ma fu rinchiuso in un sanatorio perché aveva il volto tremendamente sfigurato. Ed è qui che torna alla ribalta il re del custom americano George Barris con la storia dell’auto posseduta dalle componenti assetate di sangue. Stephen King insegna. Nel libro Cars of the Stars, Barris racconta una serie di raccapriccianti eventi legati all’acquisto della Little Bastard dando origine al mito. Barris afferma di aver acquistato l’auto nel 1956 dalla famiglia Dean e, durante le operazioni di scarico nel suo garage, la Porsche cadde addosso a un meccanico che riportò la frattura di entrambe le gambe. Barris scrisse di aver successivamente venduto il motore al dottor Troy McHenry che lo montò sulla propria Porsche, quella con il numero 56 e con la quale perse la vita a Pomona. Qualcosa non torna. Barris poi afferma di aver messo a disposizione la vettura incidentata alla California Highway Patrol o al National Safety Council (anche qui le fonti non collimano) per esporla durante una mostra itinerante negli States volta a sensibilizzare l’opinione pubblica americana sui temi legati alla sicurezza stradale, l’alta velocità in primis. L’iniziativa si interruppe nel marzo del 1959 quando un incendio distrusse tutto ciò che si trovava nel garage, tranne la Spyder. Ma le attività “paranormali” non cessarono. Sembra che il 30 settembre del 1959, quarto anniversario della morte di Jimmy, l’auto, esposta alla Sacramento High School, si sia staccata dai suoi supporti rompendo l’anca a un giovane studente. Poche settimane dopo, durante il trasporto a Salinas, l’auto cadde dal rimorchio uccidendo l’autista del camion. Non solo: Barris ha anche affermato che due anni dopo aver schiacciato il camionista, la Little Bastard si sarebbe spezzata in due cadendo, di nuovo, su un’autostrada a Oakland, sempre in California. Ancora, in Oregon, l’auto sarebbe scivolata da un altro camion schiantandosi contro le vetrine di un negozio; infine, mentre era in mostra a New Orleans, si sarebbe sbriciolata in undici pezzi. Nel 1960 Barris raccontò di averne avuto abbastanza di questi misteriosi incidenti, ai quali vanno aggiunti quelli della presunta vendita di due gomme della Porsche a un altro pilota amatoriale, entrambe scoppiate in pista e causa di un incidente senza gravi conseguenze, e il tentativo di furto da parte di un ladruncolo minorenne, alla ricerca di un piccolo pezzo da vendere, costretto poi all’amputazione di un braccio dopo essersi tagliato con le lamiere della carcassa. Episodi che buttavano benzina sul fuoco della leggenda. Alla fine Barris decise di caricare quello che rimaneva della Porsche maledetta su un treno merci diretto a Los Angeles con la porta del vagone merci sigillata. All’arrivo, la porta fu aperta, ma il vagone era completamente vuoto. La Little Bastard era scomparsa e non fu mai più ritrovata. Barris offrì addirittura una ricompensa pari a un milione di dollari per riaverla indietro. Ma le leggende non muoiono mai, si evolvono. C’è chi racconta che la “reliquia” arrivò in Italia nel 1979 per poi finire, niente di meno, nelle mani di uno sceicco saudita, mentre per altri, dietro la misteriosa sparizione c’è stato sempre lo stesso Barris che orchestrò il tutto per accrescere il mito di James Dean. Il 30 settembre 2015, 60° anniversario della morte dell’attore, un uomo affermò di conoscere il luogo in cui si trovava la fatidica Porsche 550 Spyder raccontando di aver visto suo padre e altre persone nascondere l’auto in un edificio a Washington quando aveva l’età di sei anni. L’uomo per rivelare l’esatta ubicazione dell’edificio chiedeva in cambio la ricompensa al momento dei fatti offerta dal Volo Automotive Museum dell’Illinois per ritrovare l’auto scomparsa. A quanto pare, l’uomo superò anche il test del poligrafo fornendo alcuni dettagli sulla Spyder, ma la vicenda si concluse con un nulla di fatto.