Ai Tim Music Awards Carlo Conti ha bacchettato scherzando lei e Mengoni: «Non potevate presentare il pezzo a Sanremo?». Marco ha spiazzato i fan: «Mai dire mai».
(Ride, ndr).

Torna in gara l’anno prossimo all’Ariston o no? Circolano già rumor e nomi…
«In questo momento non è nei piani».

Magari lo condurrebbe il Festival?
«Non so se ne sarei capace. Potrei arrivarci in futuro, però non adesso che sono concentrata sulla musica».

Fare il giudice in un talent gliel’hanno mai offerto?
«Mi pare di no».

Semmai glielo offrissero?
«Sono stata dall’altra parte e so che è un’esperienza che ti segna per sempre, in senso positivo o negativo. Perciò accetterei, ma con un senso di responsabilità enorme e le dovute precauzioni. Sì, mi rendo conto di essere un po’ pesante».

Corsettoscultura Act N.1. Anello Pandora. Collant Calzedonia. Dcolletes Christian Louboutin.

Corsetto-scultura, Act N.1. Anello, Pandora. Collant, Calzedonia. Décolletées, Christian Louboutin.

Mini abito ricamato Stella McCartney. Mono orecchino Pandora.

Mini abito ricamato, Stella McCartney. Mono orecchino, Pandora.

Pensa mai dove sarebbe, se non fosse entrata ad Amici 2010-2011?
«Sono certa che farei comunque questo mestiere. Ho partecipato a provini su provini finché non mi hanno presa lì, avrei continuato a bussare a tutte le porte. Per me la musica non lascia spazio a una dedizione e a una determinazione diverse. Ricordo ancora la sensazione della prima sera ad Amici, appena ammessa: dopo la gioia, le lacrime che non riuscivo a fermare, perché sentivo dentro che la mia vita stava per cambiare radicalmente. È una delle immagini che meglio rappresenta la gavetta».

Quali sono le altre?
«Mi viene in mente uno dei primissimi live, forse a 14 anni, con la mia band. Ci chiamavano i Llerotram Rose, un nome assurdo, ma volevamo fare gli intellettuali e le cover in piazza. La formazione era quella classica, stereotipata: i musicisti erano maschi, più grandi d’età, la cantante ero io. Poi, ho avuto una seconda band, con cui scrivevo i pezzi. Suonavano in club microscopici, davanti a una ventina di persone, molte delle quali erano alunni di mio papà, professore di matematica, che li obbligava a venirmi a vedere».

Ha sempre avuto il supporto dei suoi genitori?
«Non mi hanno mai ostacolata, nonostante avessero sperato altro per me. Hanno avuto da subito un approccio molto concreto: hanno cercato un insegnante per le lezioni di pianoforte e di canto; hanno insistito affinché, finito il liceo, frequentassi l’università. Della serie: fai quello che vuoi, senza però sacrificare il resto. Siamo gente così, che tiene i piedi per terra, non si monta la testa e non pensa che le cose vadano per forza bene, anzi… Infatti un po’ più di incoraggiamento mi sarebbe piaciuto, ma è proprio mentalità».