di
Enea Conti

Il concerto del decennale della storica impresa del 2015 è iniziato al Dino Manuzzi con due ore di ritardo, ma poi spazio ai 1700 musicisti arrivati da tutto il mondo. E stasera 27 luglio si replica

Il rock’n’ roll come un inno alla tenacia. Tanta ne serviva a Cesena ieri, sabato 26 luglio, e non é mancata in una serata che sembrava maledetta. È stata la prima delle due in cui i Rockin’1000 hanno celebrato il decennale dalla storica impresa del 2015, quando eseguirono Learn To Fly dei Foo Fighters, che li omaggiarono qualche tempo dopo con un concerto in Romagna. Fu un’impresa e quella di ieri non è stata da meno. 

Allo stadio Dino Manuzzi erano attesi 1700 musicisti e più di 15mila spettatori. C’erano tutti malgrado la pioggia, un diluvio interminabile che aveva messo a dura prova i tecnici di palco già dal mattino: le previsioni erano rosee per la serata ma gli acquazzoni non hanno dato tregua prima delle 22. 



















































Così sul prato dell’Orogel Stadium sono comparsi anche i vigili del fuoco: via ai controlli, strumento per strumento, amplificatore per amplificatore, per non lasciare niente al caso e tutelare ogni singolo musicista da imprevisti poco piacevoli. «The show must go on» si dice con retorica in questi casi ma a Cesena lo show è andato forte per davvero malgrado tutto: con due ore di ritardo post diluvio e la benedizione del commissario di Polizia che non si è opposto al “nulla osta”, malgrado uno sforamento di più di due ore sulla tabella di marcia.

Tredici brani in scaletta, ospite inatteso Diodato

E l’energia é stata tale da suggerire – o perlomeno così è piaciuto pensare a tanti dei presenti – di stravolgere la scaletta: lo stadio ha tremato sulle note di All My Life dei Foo Fighters, brano spinto da ritmi serrati, al posto della placida Yellow che avrebbe dovuto aprire le danze. 

E poi subito Enter Sandman sulle ali pesanti e taglienti dei Metallica. Tredici in scaletta e vale la pena condensare i momenti salienti. Le cover vere e proprie, con arrangiamenti originali, non sono mancate: ha commosso Space Oddity di David Bowie, cantata a tratti magicamente «a cappella». 

Ha stupito tutti l’ospite inatteso, Diodato, che assieme ai «mille» ha regalato una potente versione di Fai rumore il brano con cui vinse Sanremo nel 2020. Piero Pelù, tra gli ospiti annunciati da Lodovica Comello, conduttrice della serata, ha scaldato i cuori dividendoli a metà: prima i Litfiba di El Diablo, poi Toro Loco, tra i primi brani da solista del rocker fiorentino. 

I Negrita hanno spezzato il ritmo e prima della musica sono arrivate le parole di Pau: «Palestina Libera!» ha detto il frontman della band aretina. Poi largo a Nel Blu, brano «politico» dell’ultimo album e Mama maè sul finale. A chiudere lo show Learn to fly, il brano da cui tutto, alla fine del luglio del 2015, era cominciato.

Zaffagnini: «Rockin’1000 è una sensazione fisica»

A proposito della declinazione politica della musica introdotta dai Negrita nella serata, già Diodato aveva parlato di disincanto generale. «Io credo che sia importante – ha detto applaudito dai 10mila del Manuzzi – in questo periodo storico ritrovarsi tutti insieme a cantare e a condividere almeno le emozioni». Concetti su cui è tornato , nel suo discorso di ringraziamento, il founder Fabio Zaffagnini

«Non saprei dire come siamo riusciti a creare tutto questo: l’abbiamo fatto e basta. Quando guardo in faccia questi musicisti provo una sensazione di giusto, di bello. É una sensazione fisica: perché Rockin’1000 é una sensazione fisica. E allora mi chiedo perché non possa essere così a Gaza, in Ucraina, in Myanmar. Stanno trucidando migliaia di persone innocenti quasi ovunque nel mondo. Sono fatti che spezzano il cuore».

Musicisti da tutto il mondo, il più piccolo aveva 7 anni

Sul prato del Manuzzi hanno suonato migliaia di musicisti arrivati da tutto il mondo. Dall’Europa (quasi tutti i paesi sono stati rappresentanti), oltre che da tutta l’Italia, ma anche dalla Cina, dalle Americhe, dal Giappone, dall’India, dal Nord Africa. E di tutte le età. Il più piccolo aveva 7 anni (tanti i bambini musicisti) il più anziano, con l’energia di un bimbo, di anni ne aveva 78. Sono i numeri della più grande rock band del mondo. Rockin’1000 è una società, che ha sede a Cesena, ma organizza eventi da dieci anni in giro per il pianeta. 

Quanto al decennale, la replica della serata del 26 luglio – ma con una scaletta diversa e ospiti diversi – è in programma domenica 27. «Siamo partiti da qui – ha ricordato ieri Zaffagnini – poi Parigi, Madrid, Berlino, ma l’importante è stare insieme e divertirci insieme». 

Menzione anche per i direttori d’orchestra, Maurino Dellacqua & Daniel Plentz. A loro il compito di introdurre i musicisti al giuramento iniziale: «Giuro di suonare solo le note che servono, non una di più. Giuro di non suonare durante le pause. Giuro di andare sempre a tempo, insieme alla luci verdi e rosse e di non coprire gli altri con i miei assoli». Di questi tempi un viatico utile a tutti, non solo a chi si occupa di musica e suoni.


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27 luglio 2025 ( modifica il 28 luglio 2025 | 11:01)