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I vescovi italiani si impegnano a costruire un ospedale a Gaza. Il progetto è stato illustrato dal segretario generale monsignor Giuseppe Baturi, che ha appena concluso una significativa visita al cardinale ​Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme. ​Il gesto sottolinea l’importanza di gesti concreti «in un periodo di solitudine e abbandono». In pratica la Chiesa guarda già al dopoguerra davanti ad un problema sanitario serio.


APPROFONDIMENTI

«C’è un problema sanitario molto serio e vogliamo farcene carico insieme al Patriarcato: vedrà mobilitate tante energie», ha dichiarato il segretario generale. ​ Oltre all’assistenza sanitaria, la Cei si impegna a sostenere le famiglie, i parroci e i giovani della regione, affrontando bisogni alimentari, lavorativi, abitativi e educativi. ​ Monsignor Baturi ha sottolineato che queste iniziative rappresentano una vera “energia di pace”, capace di formare le coscienze e aprire al futuro anche se nel comunicato diffuso dalla Chiesa italiana non si esplicita la quantità delle risorse finanziarie stanziate presumibilmente attingendo ai fondi dell’8 per mille.

La visita di Baturi è poi servita a testare la possibilità di riprendere i pellegrinaggi sui luoghi sacri, e rispondere a un appello ricevuto da numerosi parroci locali. ​ «Faremo dunque un pellegrinaggio come vescovi italiani e ne promuoveremo tanti altri: è una forma concreta di vicinanza e solidarietà» ha dichiarato. ​

Pizzaballa ha ripetuto che​ «la speranza ha bisogno di gesti, di parole, ma soprattutto di un contesto dove si fa rete, dove si costruisce unità e comunità. ​ Nei grandi contesti di dolore e sofferenza, c’è bisogno di avere qualcuno vicino che ti sostenga e ti aiuti. ​ In questo senso, tutto ciò diventa un segno di speranza».


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