Mancano poche ore all’inizio del nuovo anno fiscale negli Stati Uniti ma, al momento, non sembra esserci alcun accordo per una legge sulla spesa pubblica tra repubblicani e democratici. Quest’anno se l’America dovesse andare in shutdown, la sospensione di alcuni dipendenti federali potrebbe essere permanente, minaccia il Presidente. L’ultima chiusura risale al 2018. Trump: “Nulla è inevitabile, ma direi che è probabile”

Per finanziare i dipartimenti governativi e le agenzie federali, ogni anno il Congresso degli Stati Uniti deve approvare una legge sulla spesa pubblica entro l’inizio dell’anno fiscale, quindi non oltre il primo ottobre. Qualora democratici e repubblicani però non dovessero trovare un accordo entro quella data, scatta il cosiddetto “Shutdown”, ovvero la chiusura di tutte le attività governative e federali “non essenziali”. La Casa Bianca e i legislatori repubblicani hanno guidato una campagna per elaborare una risoluzione continua “pulita”, o CR, che dovrebbe mantenere i finanziamenti federali ai livelli attuali fino al 21 novembre. I legislatori democratici però, si sono rifiutati di sottoscrivere il piano perché sostengono che qualsiasi accordo debba includere un’estensione dei sussidi per l’assicurazione sanitaria che scadrà a fine anno. 

Donald Trump ha ammesso che con il blocco della spesa federale ci saranno molti licenziamenti tra i dipendenti pubblici e ha scaricato la colpa sui Democratici.

“Non possiamo fare altro”, ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti che chiedevano se con lo shutdown ci saranno licenziamenti. Quando gli è stato chiesto perchè fosse necessario tagliare posti pubblici in caso di shutdown del governo, Trump ha risposto: “Nessun Paese può permettersi di pagare per l’immigrazione illegale, l’assistenza sanitaria per chiunque entri nel Paese. Ed è quello che (i Democratici, ndr) pretendono”. “Vogliono confini aperti – ha aggiunto – vogliono uomini che gareggino negli sport femminili. Vogliono il transgender per tutti. Non si fermano mai. Non imparano. Noi non abbiamo scelta”. 

Cosa potrebbe accadere nelle prossime ore

Se non sarà raggiunto un accordo, ritenuto sempre più improbabile dopo che Trump ha incontrato lunedì il leader della maggioranza repubblicana al Senato John Thune, il presidente repubblicano della Camera Mike Johnson, il leader della minoranza democratica al Senato Chuck Schumer e il suo omologo della Camera Hakeem Jeffries per un tentativo dell’ultimo minuto, gli Stati Uniti subiranno un blocco delle attività non essenziali. Durante uno shutdown, infatti, il governo interrompe tutte le funzioni non ritenute fondamentali e questo, nel corso della storia, ha portato a sospendere dipendenti federali a causa della chiusura di alcune attività come musei o parchi nazionali. Il personale militare in servizio rimarrà attivo, ma – secondo un piano di emergenza presentato da Dipartimento di Guerra – quasi la metà dei 741.477 dipendenti civili del dipartimento potrebbe essere messa in congedo. Rimangono operative anche le forze dell’ordine federali – FBI e DEA – e la polizia di frontiera, così come i servizi di previdenza sociale e assistenza sanitaria che potrebbero però subire ritardi. Non è la prima volta che il tycoon si trova in questa situazone. L’ultma chiusura infatti, risale a dicembre 2018. 

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Trump: “Shutdown probabile”

“Probabilmente ci sarà uno shutdown”, ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale. “Nulla è inevitabile, ma direi che è probabile”, ha aggiunto il presidente statunitense che è tornato a minacciare tagli permanenti nella forza lavoro federale in caso di shutdown: “Possiamo fare cose durante lo shutdown che sono irreversibili, che sono cattive per loro”. Il numero uno della Casa Bianca ha anche ipotizzato tagli a programmi “in ambito medico” e ai sussidi in caso di shutdown. “A causa della chiusura, possiamo intervenire in ambito medico e in altri modi, inclusi i sussidi. Possiamo tagliare un gran numero di persone. Non vogliamo farlo, ma non vogliamo frodi, sprechi e abusi”, ha detto senza meglio specificare se non che “sono programmi che piacciono ai Dem”.

Quali i rischi concreti se gli USA dovessero andare in shutdown

Da quando il Presidente Trump si è insediato alla Casa Bianca, il “Dipartimento per l’Efficienza Governativa” ha adottato una serie di misure volte a “massimizzare l’efficienza” del governo federale. Per questa ragione il dipartimento ha suggerito di considerare, in alcuni casi specifici, non la sospensione temporanea ma il licenziamento definitivo di alcuni dipendenti. Per impedire la chiusura, Trump ha chiesto ai democratici di fornire voti sufficienti al Senato ma dal canto loro gli oppositori del tycoon sono determinati ad usare l’unica leva che hanno a Washington per cercare di limitare quella che definiscono una vera e propria “onnipotenza politica che continua ad identificarsi”. 

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L’impatto sull’economia globale 

Uno shutdown può costare miliardi di dollari e rivelarsi controproducente – come è gia accaduto in passato – ma il Presidente non arretra di un passo, minaccia licenziamenti e tagli sulla spesa pubblica e non scende a compromessi con gli oppositori più intransigenti. I democratici sospettano che la minaccia dell’Office of Management and Budget di licenziare migliaia di dipendenti federali possa essere un bluff. Uno shutdown, infatti, potrebbe creare gravi perturbazioni sull’economia americana che oggi è messa a dura prova dalle politiche tariffarie di Trump volte all’aumento dei prezzi e ai tentativi di indebolire la Federal Reserve. Se l’accordo non dovesse essere raggiunto, il Bureau of Labor Statistics che si occupa di statistica e che pubblica ogni venerdì i dati sul mercato del lavoro, ha confermato che non renderà pubblico alcun dato e questo potrebbe incidere sui mercati finanziari. 

epa12385675 US Federal Reserve Chairman Jerome Powell delivers remarks to the news media during a press conference, in Washington, DC, USA, 17 September 2025. The Fed's central bankers voted to cut the key interest rate by a quarter-point, marking the first reduction in nine months.  EPA/SHAWN THEW

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