Una volta, creare un vaccino era un’impresa lunga e incerta. Anni di sperimentazioni, test su animali, migliaia di dati raccolti a mano. Oggi, quel tempo sembra lontano. L’intelligenza artificiale sta cambiando radicalmente il modo in cui pensiamo, e costruiamo, i vaccini e le terapie immunitarie.
Secondo uno studio pubblicato su arXiv da un gruppo internazionale di ricercatori guidati da Elhoucine Elfatimi (2025), l’IA e il deep learning stanno diventando strumenti centrali nel disegno di vaccini e immunoterapici. Non solo accelerano i tempi di sviluppo, ma aiutano anche a predire con grande precisione quali parti di un virus o di una cellula tumorale stimoleranno la risposta immunitaria più efficace — il tutto senza passare prima dai test sugli animali.
“Stiamo assistendo a un passaggio epocale: da una medicina empirica, basata sul tentativo ed errore, a una medicina predittiva e personalizzata, alimentata da modelli computazionali”, scrivono i ricercatori su arXiv.
Le nuove tecnologie permettono di integrare dati biologici complessi, come la genetica, le risposte immunitarie, la composizione proteica, e trasformarli in mappe precise che guidano lo sviluppo di un vaccino o di una terapia. Si parla di sistemi vaccinologici, multi-omica, immunobridging. Parole che fino a pochi anni fa sembravano uscire da un laboratorio di fantascienza, oggi sono realtà.
Cornell University e le nanoparticelle “invisibili”
Un esempio concreto arriva dalla Cornell University, dove un team guidato da Shaoyi Jiang ha messo a punto una nuova generazione di nanoparticelle lipidiche “stealth” per i vaccini a mRNA, gli stessi usati contro il COVID-19. La scoperta? Un polimero biocompatibile che può sostituire il classico PEG, spesso responsabile di reazioni allergiche e infiammazioni. Il nuovo materiale si chiama poly(carboxybetaine), ed è in grado di “nascondere” il carico del vaccino al sistema immunitario, evitando effetti collaterali e migliorando l’efficacia.
“È come dare al vaccino un passaporto diplomatico”, ha dichiarato Jiang in un’intervista rilasciata al sito della Cornell.
Questa tecnologia potrebbe avere un impatto enorme non solo nei vaccini contro virus emergenti, ma anche nella lotta contro i tumori. Infatti, uno degli obiettivi più ambiziosi oggi è la realizzazione di vaccini personalizzati contro il cancro, che usino l’mRNA per insegnare al sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule malate.
Addio ai test sugli animali?
Uno degli scenari più rivoluzionari è quello lanciato dalla Food and Drug Administration statunitense: sostituire, almeno in parte, i test preclinici sugli animali con modelli computazionali avanzati. L’idea è semplice e potente: se possiamo simulare con precisione come un corpo umano risponde a un farmaco, possiamo risparmiare tempo, risorse e vite animali. Questo approccio, potrebbe ridurre drasticamente i tempi di approvazione di nuovi vaccini e terapie. Nel loro studio, Elfatimi e colleghi immaginano un futuro in cui i vaccini saranno progettati in tempo reale, sulla base dei dati genetici del singolo paziente e dell’agente patogeno. Un futuro in cui la medicina preventiva sarà personalizzata, mirata e molto più veloce. E soprattutto, un futuro in cui l’IA sarà non un sostituto, ma un alleato insostituibile della ricerca biomedica.
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di Sara Ramzi
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19 Lug 2025
22 Lug 2025