Il “Palazzo delle bolle”, così è stato battezzato il capolavoro dell’architetto Antti Lovag affacciato sulla baia di Cannes. Non assomiglia a nessun’altra villa della Costa Azzurra, e non somiglia a nessun’altra villa che chiamiamo tale.

Nato negli ovviamente anni Settanta dall’unione di architettura organica e utopia futurista, questo rifugio fatto di cupole tondeggianti si fonde con i colori delle rocce dell’Esterel e con l’azzurro del Mediterraneo, diventando icona visionaria e rifugio personale di Pierre Cardin. In questo luogo la linea retta non esiste: l’architetto ha voluto celebrare la curva come forma essenziale della vita, traducendo in cemento il concetto stesso di fluidità.

Palais Bulles: un’architettura ispirata alla natura

Il Palais Bulles fu iniziato nel 1975 per volere dell’imprenditore francese Pierre Bernard e completato negli anni Ottanta. L’architetto Lovag, colui che partorì questa idea, immaginò la casa come un organismo in continua espansione, un insieme di bolle che ricordano le cellule viste al microscopio o i rifugi trogloditici.

L’edificio si estende per circa 1.200 metri quadrati ed è incastonato in un terreno di oltre 8.500 metri che domina il Mediterraneo. L’impatto visivo richiama un paesaggio quasi extraterrestre, come se la costruzione fosse emersa spontaneamente dalla roccia circostante.

Ogni cupola ha una funzione precisa ma tutte sono collegate da corridoi e scale nascoste. Non esistono spigoli né finestre tradizionali: le aperture circolari incorniciano la baia di Cannes come oblò futuristici. Abbiamo un’architettura radicale che rifiuta la geometria classica e si avvicina a un’idea di scultura abitabile. Ricorda esattamente le casette che vedevamo nel cartone americano degli anni ’70 The Jetsons.

La composizione degli spazi: suite, saloni e anfiteatro

Oltre trenta bolle formano un labirinto di ambienti che si aprono l’uno sull’altro. Il complesso conta 29 stanze, tra cui undici bagni e dieci camere da letto.

Le superfici sono organizzate orizzontalmente: ci sono una grande hall, un salone panoramico affacciato sul mare e dieci suite, ognuna decorata da un artista diverso. Questa decorazione artistica rende ogni stanza un’opera a sé stante: i mobili sono disegnati su misura per adattarsi alle pareti tonde e riprendono le forme morbide dell’architettura. In alcune suite domina il rosa pallido che caratterizza l’esterno, in altre si alternano blu e grigio.

All’esterno, terrazze e giardini si alternano a specchi d’acqua. Il palazzo ospita due piscine con cascate, un ampio anfiteatro all’aperto di circa 370 metri quadri con 500 posti a sedere e una sala di ricevimento sotto l’anfiteatro.

Le pareti curvilinee incorniciano scorci della baia di Cannes. Un modulo per la sala da pranzo può ruotare per aprirsi verso l’esterno, mentre lucernari sulla sommità delle cupole consentono di salire sul tetto. Il paesaggio esterno è stato arricchito da Pierre Cardin con palme e giardini pendenti.

Quanto costa vivere nel Palazzo delle bolle

Il valore economico del Palais Bulles ha sempre attirato l’attenzione. Secondo Luxuo, la proprietà è stata messa in vendita a circa 335 milioni di dollari, pari a 300 milioni di euro.

Non essendo mai stata venduta, negli anni è stata proposta in affitto per eventi esclusivi: Abandoned Spaces segnala tariffe fino a 30.000 euro al giorno. Un costo proibitivo che conferma lo status della villa come bene unico nel panorama immobiliare internazionale.

L’immobile è oggi gestito dalla fondazione che cura l’eredità di Pierre Cardin e può essere privatizzato per matrimoni, lanci di prodotto o riprese cinematografiche. Non è aperto al pubblico per visite turistiche, a differenza della vicina Maison Bernard, anch’essa progettata da Lovag e visitabile su prenotazione.

Il legame tra Pierre Cardin e la sua residenza più visionaria

Pierre Cardin, stilista di origine italiana naturalizzato francese, è diventato proprietario del Palais Bulles nel 1992, tre anni dopo il completamento dei lavori. Non vi abitò mai stabilmente: possedeva altre dimore nelle vicinanze e considerava il palazzo un’opera d’arte da vivere sporadicamente.

In un’intervista, Pierre Cardin descrisse il palazzo come “il mio pezzo di paradiso” aggiungendo che le sue forme cellulari riflettevano l’immagine delle sue creazioni e che lo utilizzava come museo per esporre le opere di designer e artisti contemporanei. In un altro passaggio dichiarò che le curve e la morbidezza della casa gli facevano pensare “alle forme di una donna, di una madre” ed è per questo che si sentiva bene tra quelle bolle.

Pierre Cardin acquistò il Palais Bulles all’inizio degli anni Novanta, trasformandolo nel suo rifugio creativo. Qui trascorreva le estati, riceveva ospiti e organizzava sfilate private. Per lo stilista, l’architettura sferica incarnava la sua idea di moda come avanguardia. Pierre Cardin dichiarò: “Questa casa rappresenta il mio corpo, le mie curve, la mia madre”.

Il designer vedeva nella rotondità delle stanze lo stesso movimento che cercava nei suoi abiti, un linguaggio estetico senza spigoli che metteva al centro la libertà. Dopo la sua morte, il Palais Bulles è diventato simbolo della sua eredità: un’utopia abitabile sospesa tra arte e design. Ancora oggi, nelle dispute legali tra gli eredi, la villa resta un oggetto del desiderio ma anche un monumento a un’epoca in cui creatività e visionarietà potevano davvero prendere forma.