di
Francesca Morelli
In adolescenza, la sessualità non è vissuta con funzione prevalentemente procreativa e relazionale ma piuttosto come opportunità di rassicurazione identitaria anche rispetto alla società
Ci sono delle conversazioni tabù tra genitori e figli, specie se ritenuti ancora troppi piccoli per affrontare argomenti da cui girare alla larga, per vergogna, per ritrosia, per retaggi culturali, ancora esistenti ma scorretti. È il caso ad esempio delle infezioni sessualmente tramesse (IST). Mentre sarebbe meglio abbassare tutte le barriere sul tema visto che i numeri di queste problematiche sono in crescita tra gli adolescenti di età compresa fra 10 e 19 anni. I dati del Sistema di Sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità, organismo sentinella costituito da 12 centri clinici e 5 laboratori specializzati, che monitora la diffusione delle IST su tutto il territorio italiano, attestano dal 1991 – anno di attivazione del sistema – al 2021 (anno dell’ultima rilevazione effettiva) 151.384 nuovi casi di IST, con un importante incremento nel 2021, pari circa +18%, con un media di oltre 5.760 casi di IST, rispetto al 2020.
Eppure le IST restano un tabù: non se ne discute in famiglia nel timore che l’argomento possa incentivare o iniziare, soprattutto gli adolescenti, all’attività sessuale. Non c’è attenzione anche dei pediatri che solo raramente includono fin dai primi bilanci di salute anche un esame dell’apparato genitale dei bambini. Così ai giovani e giovanissimi manca una corretta (in)formazione che li porta ad approcciare la sessualità in adolescenza, forse disinibiti ma spesso inconsapevoli dei rischi correlati a una intimità vissuta senza le adeguate protezioni.
L’aumento delle Malattie Sessualmente trasmesse (MST)
Scorretta informazione, sottovalutazione del rischio di contrarre le MST, cioè infezioni che si trasmettono attraverso il contatto sessuale non protetto ma anche tramite sangue o altri fluidi corporei, che possono essere causate da batteri, virus e parassiti, la scarsa educazione ai comportamenti protettivi e al corretto utilizzo degli strumenti preventivi nelle diverse fasi della vita, a partire dall’adolescenza sono alcuni dei fattori che determinano l’incremento di queste condizioni. «L’adolescenza – spiega Maria Rosa Giolito, ginecologa responsabile del Coordinamento Consultori della Regione Piemonte – è la fase della crescita in cui il sesso, a livello di identità e di scelte, occupa una parte più importante che in altri periodi della vita, inoltre le regole di iniziazione all’attività sessuale sono sensibilmente cambiate rispetto al passato. Si fa sesso presto, si ricorre, già a partire dagli 11 anni, a internet, chat, Instagram, Tik Tok, Facebook per informarsi e confrontarsi. Gli adolescenti accedono facilmente a contenuti pornografici attraverso la tecnologia con possibilità di ricevere e cercare informazioni senza filtro fin dalla primissima età».
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La curiosità al sesso e all’attività sessuale in questa fascia di età è anche correlata agli ormoni che hanno un ruolo determinante per lo sviluppo non solo delle caratteristiche sessuali, ma anche per la definizione della identità personale. «L’adolescenza – prosegue la dottoressa Giolito – è un momento naturale di interesse per la sessualità. Pensieri e comportamenti sessuali sono pertanto normali e sani, propedeutici allo sviluppo della sessualità stessa in tutte le sue declinazioni, soddisfazione, benessere, crescita dell’autostima». In adolescenza, la sessualità non è vissuta con funzione prevalentemente procreativa e relazionale ma piuttosto come opportunità di rassicurazione identitaria anche rispetto alla società, avendo anche una forte componente affettiva, maturativa, compreso in termini di intimità con l’altra persona. Gli adolescenti peraltro si sentono spesso invulnerabili verso la possibilità di correre dei rischi, da una gravidanza indesiderata alla possibilità di contrarre una MST. La loro capacità di valutazione delle conseguenze legate ai propri comportamenti non è ancora filtrata dalla corteccia prefrontale, area del cervello responsabile di funzioni esecutive come la pianificazione, le decisioni, il controllo inibitorio e la regolazione delle emozioni, area cerebrale non completamente sviluppata in adolescenza.
Una buona comunicazione genitori e figli in tema di MST
Occorre, innanzitutto, sfatare il preconcetto che la sessualità in età adolescenziale sia cattiva o intrinsecamente rischiosa, dimenticando che il sesso è parte dello sviluppo sessuale adolescenziale. Una corretta comunicazione, aperta e libera tra genitori e figli, senza tabù reticenze e silenzi, può contribuire a modellare il comportamento sessuale futuro degli adolescenti. «Il successo dei genitori in questi obiettivi – precisa la dottoressa Giolito – dipende dai tempi, dai modi, dal contenuto e dal tono delle conversazioni intrattenute con gli adolescenti. Ad esempio, molti genitori non parlano di sesso e quanto ad esso attiene con i propri figli prima che abbiano già avuto rapporti sessuali, nonostante una conversazione genitori-adolescenti sul sesso non possa in alcun modo influenzare l’età al primo rapporto o il numero di partners. Inoltre, la comunicazione dei genitori sulla sessualità e la positività con cui la si affronta, può facilitare la formazione di un sano sé sessuale. Ed infine mantenere nel corso della conversazione un tono emotivo, serio ma positivo, può facilitare la comunicazione rispetto al tono negativo che può rendere gli adolescenti meno ricettivi ai messaggi dei genitori».
I giovani più a rischio e le tipologie di infezioni
La Chlamydia trachomatis, infezione spesso asintomatica, che può essere caratterizzata da perdite vaginali con secrezioni di aspetto bianco-giallastro, in età tra 15 e 24 anni ha una frequenza tre volte superiore rispetto a una età più adulta. E poi, più tipiche di giovani uomini ci sono la Gonorrea, che si manifesta anche nelle donne con uretrite, bruciori e difficoltà a urinare, oppure con una cervicite con secrezione giallo-verdastra, dolore durante o dopo i rapporti sessuali, prurito vaginale e/o difficoltà a urinare e nel maschio con uretrite, secrezioni abbondanti, dense e di colore giallo-verdastro, bruciori e difficoltà a urinare, e la sifilide, causata da un batterio, che può causare lesioni in vari stadi, ciascuno dei quali è caratterizzato da sintomi e decorsi diversi, dapprima con manifestazioni cutanee e a livello dei genitali, con possibilità di diffusione dell’infezione anche ad altri organi, come cute, cuore, sistema nervoso centrale, se non adeguatamente trattata.
Oggi esistono efficaci terapie per prevenire questo rischio. Fra le MST più comuni e diffuse si includono le infezioni da HIV, da herpes genitale, da trichomonas, epatite B e C e dal Papillomavirus HPV. In riferimento all’HPV dal 2018 si osserva una riduzione di casi di condilomi ano-genitali in entrambi i sessi attribuibile all’efficacia delle vaccinazioni anti-HPV sia per i maschi che le femmine a partire dai 12 anni «Fondamentali – conclude la dottoressa Maria Rosa Giolito – sono le diagnosi precoci e i trattamenti tempestivi per prevenire la diffusione di queste infezioni e le complicanze che possono derivarne ma ancora più importante la sensibilizzazione e la formazione su queste tematiche per una corretta prevenzione dei comportamenti a rischio».
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28 luglio 2025 ( modifica il 28 luglio 2025 | 17:26)
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