Il trapper Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, è stato scarcerato. Il 24enne di Lecco, di origini marocchine, era stato arrestato l’11 settembre scorso perché trovato in un hotel di Milano con una pistola clandestina. La perquisizione, durante la quale erano state trovate altre armi in casa sua, era scaturita da un’indagine legata a un Ak47 sovietico utilizzato per girare un videoclip, un’arma vera che parrebbe fosse stata prestata al trapper e al collega Simba La Rue da una famiglia di narcos. 

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Baby Gang ha ottenuto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico in una comunità terapeutica nel Milanese per un percorso di disintossicazione. A deciderlo è stata la gip di Milano, Fiammetta Modica, che ha accolto l’istanza dell’avvocato Niccolò Vecchioni. Per la giudice le esigenze cautelari si sono attenuate e per il trapper è stato previsto un percorso di riabilitazione perché considerato tossicodipendente per cannabinoidi. 

Arresto in flagranza

Baby Gang è stato arrestato in flagranza in un albergo di Milano a seguito di perquisizione nell’ambito di un’indagine della procura di Lecco su un gruppo di macedoni attivo nel traffico di armi e di droga. Il giovane è stato trovato in una struttura ricettiva di via Vallazze in possesso di una pistola con matricola abrasa. L’accusa è di porto e detenzione illegali di armi comuni da sparo.

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Contestualmente l’operazione dei carabinieri è scattata a Calolziocorte (Lecco) nelle case popolari di via Di Vittorio dove il trapper abita da tempo e dove sono stati girati diversi video di canzoni anche con altri noti colleghi. Nella casa di Mouhib sono state sequestrate altre due pistole, nascoste nel doppio fondo di un mobile.

L’arma sovietica

Secondo la procura di Lecco, Baby Gang e il collega Simba La Rue avrebbero girato alcuni video musicali con un “fucile mitragliatore d’assalto di derivazione AK47” di fabbricazione sovietica “ex cecoslovacca”, perfettamente funzionante. Il mitragliatore e le munizioni sono state trovate dai carabinieri in possesso di uno di quattro arrestati, membri della famiglia di origine macedone Hetem.

Gli altri arrestati

Sono quattro i membri della famiglia Hetem arrestati, tutti con passaporto macedone. Residenti in Valsassina (Lecco) sono accusati di detenzione e porto illegale di armi da fuoco comuni e da guerra, oltre che per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (in particolare cocaina) per un giro d’affari di almeno 12mila euro al mese.

In manette sono finiti Zilbehar Hetem, classe 1975, suo figlio Mevljudin (2002), e il cognato Rasim Dali (1983). Nel corso delle indagini era già stato arrestato anche Mevljan Hetem, fermato lo scorso febbraio dai militari di Lecco con due pistole rubate usate in diverse occasioni, tra cui la sparatoria in Corso Como a Milano avvenuta nel 2022. Altre due persone, Mevljane Hetem 25enne e il marito Fiton Hetem 26enne, sono state sottoposte al divieto di dimora nella provincia di Lecco perché coinvolte nello spaccio di stupefacenti.