Non c’è più la mamma, trovata morta in un lago di sangue dai parenti che si sono allarmati quando non l’hanno vista uscire di buon mattino per accompagnare i figli a scuola. Non c’è più il fratellino Cosimo, colpito a morte dal padre a soli 15 anni. Il suo corpo era nell’auto che Salvatore Ocone ha usato per la fuga, accanto a quello della sorella. Lei, 16 anni, è stata operata nella notte all’ospedale Neuromed di Pozzilli per una grave frattura cranica. È proprio da lei che Mario Ocone, 23enne unico sopravvissuto alla strage dei famigliari, si è recato precipitandosi da Rimini, dove lavorava in un hotel, nel beneventano appena appresa la notizia.

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Il maggiore dei fratelli Ocone, descritto come un giovane introverso, dopo il conseguimento del diploma presso l’Istituto Alberghiero di Castelvenere era partito alla volta di Rimini. Per trovare lavoro, ma anche per allontanarsi da quelle dinamiche familiari ormai difficili da sopportare. Aveva trovato impiego in una struttura riminese ed è lì che è stato raggiunto dalla terribile notizia: “È successo qualcosa a tua madre”, qualcuno gli ha detto. Così si è messo in viaggio per apprendere che la tragedia era ancor più grande di quanto pensato. “Non avrei mai immaginato che mio padre potesse arrivare a tanto”, si sarebbe sfogato con lo zio per poi aggiungere “Quella casa era diventata un ambiente insopportabile, una gabbia litigiosa da cui sono scappato”.

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Dopo un’imponente caccia all’uomo, Salvatore Oncone è stato avvistato da un elicottero dei carabinieri a 70 km di distanza, nella vicina provincia di Campobasso. Una volta fermato all’orrore si è aggiunto orrore. In auto c’era il corpo senza vita del figlio 15enne. La figlia di 16 anni era viva ma in condizioni gravissime: la ragazza ha il cranio fracassato e adesso è ricoverata. Ocone, interrogato a lungo, ha confessato. È stato poi trasferito nel carcere di Campobasso con l’accusa di duplice omicidio aggravato, tentato omicidio e sequestro di persona.