Prima il presidio, poi il corteo e l’occupazione della stazione di Cadorna. Circa 5mila persone hanno manifestato a Milano nella serata di mercoledì 1° ottobre contro l’abbordaggio della Flotilla da parte delle forze armate israeliane.
La protesta, iniziata alle 21.30 in piazza della Scala, ha dato via a un corteo per le strade del centro della città che è culminato alla stazione di Milano Cadorna dove alcuni attivisti, intorno alle 23, sono scesi sui binari occupandoli per circa mezz’ora. Il corteo è poi terminato in piazza Duomo. Non si è registrato nessun attimo di tensione.
A Milano compare la scritta “Free Gaza” sul PirelloneCome è nata la protesta
A Milano, i manifestanti si sono radunati in piazza della Scala, ribattezzata dai pro-pal “Piazza Gaza” dopo l’arrivo delle tende venerdì scorso. Lo slargo davanti al municipio si è riempito velocemente in pochi minuti. Molti dei presenti impugnavano bandiere della Palestina. Poi, attorno alle 22, i presenti si sono mossi in corteo sotto gli occhi delle forze dell’ordine (sono presenti diverse camionette della polizia di Stato e dei carabinieri in tenuta antisommossa).
Un corteo che è andato a ingrossarsi col passare dei minuti e del percorso. Se a Cairoli erano in duemila, una volta arrivati a Cadorna i manifestanti erano circa cinquemila. “Blocchiamo tutto. Contro il genocidio, per la Palestina, per rompere con Israele”, si leggeva in uno degli striscioni. “Non un chiodo per Israele, Palestina libera”, i cori intonati dai manifestanti.
Nessun attimo di tensione
Per il momento la situazione è tranquilla e non si è registrato nessun attimo di tensione. Uno scenario totalmente diverso rispetto a quello del 22 settembre scorso in Centrale, dove era nata una guerriglia durata ore. Intorno alle 23.30 i manifestanti hanno fatto dietrofront, liberando progressivamente lo scalo e proseguendo prima verso foro Bonaparte e poi terminando in piazza Duomo. Diverse strade attorno alla protesta sono state chiuse dagli agenti della polizia locale.
Il tam-tam sui social e il corteo
In questura era arrivato il preavviso di un presidio statico alle 18 di mercoledì, manifestazione che era stata convocata nel caso in cui le barche fossero state fermate da Israele. L’appuntamento è andato deserto.
L’abbordaggio, avvenuto intorno alle 20.15, ha innescato le proteste. A farle esplodere è stato un messaggio diffuso dal sindacato di base Usb sui propri canali, dopo l’evoluzione della missione umanitaria: “Aggredita la Global Sumud Flotilla, 3 ottobre sciopero generale, Israele attacca il diritto internazionale”: “Aggredita la Global Sumud Flotilla, 3 ottobre sciopero generale, Israele attacca il diritto internazionale. Ora e il momento di bloccare tutto”. Per la giornata di venerdì era già in programma un altro sciopero, organizzato da Si Cobas (qui i dettagli con gli orari e le ragioni).
Lo sciopero dei trasporti: gli orari e le società coinvolte
La manifestazione milanese è stata rilanciata anche dal centro sociale Lambretta sui social. “L’entità sionista di Israele ha attaccato la Global Sumud Flottilla. Come flotta di terra – hanno scritto su Instagram – dobbiamo mobilitarci immediatamente. Adesso a Piazza Gaza, ex Piazza Alla Scala. Domani (giovedì 2 ottobre, ndr) a Loreto, ore 18. Dopodomani (venerdì 3 ottobre, ndr) sciopero generale. Palestina libera dal fiume fino al mare”.
Diversi mezzi Atm, inclusa la metro, modificati
Durante la manifestazione Atm ha modificato il servizio del tram 1: “fa servizio tra Certosa FS e Cairoli. Non raggiunge Centrale FS”. Modifiche anche ai treni della metro M1 e della metro M2, che saltano Cadorna. “Le stazioni sono chiuse su disposizione delle autorità di pubblica sicurezza”, si legge sul sito Atm.
La risposta delle autorità
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, aveva convocato martedì al Viminale prefetti e questori di Roma, Milano, Torino, Firenze e Bologna per fare il punto sulla situazione. L’attenzione per le mobilitazioni pro-Flotilla era già al massimo. L’obiettivo delle autorità è quello di prevenire disordini, dialogare al massimo con gli organizzatori per isolare i violenti, presidiare gli obiettivi sensibili, a cominciare da quelli israeliani ed ebraici.