Si aspettavano la stabilizzazione e invece per centinaia di lavoratori della Asl di Pescara il contratto a tempo indeterminato, nonostante i raggiunti requisiti di legge, ad oggi non c’è. Quelle che ci sono solo  le proroghe di pochi mesi, in alcuni casi di un mese soltanto, del contratto di lavoro.

A denunciarlo è il segretario generale della Fp Cgil (Funzione pubblica) Massimo Di Giovanni che con una lettera aperta indirizzata al direttore generale dell Asl di Pescara Vero Michitelli e all’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, chiede il perché della mancata stabilizzazione. 

Di Giovanni nella lettera ricorda che nel 2022 fu proprio la Cgil a chiedere ai parlamentari e i senatori abruzzesi di emendare i termini dei requisiti dell’articolo 1 comma 268 lettera b della legge 234 del 2021. Cosa che fu fatta tanto che in tutto il Paese, ricorda, decine di migliaia di lavoratori furono assunti. Quella legge, rimarca il sindacalista, si è poi evoluta tanto da spostare i termini dei requisiti per la stabilizzazione al 31 dicembre 2025. 

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Il comma di legge infatti prevede che “fino al 31 dicembre 2025 possono assumere a tempo indeterminato, in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale, il personale del ruolo sanitario e del ruolo sociosanitario, anche qualora non più in servizio, che siano stati reclutati a tempo determinato con procedure concorsuali (…) e che abbiano maturato al 31 dicembre 2025 alle dipendenze di un ente del servizio sanitario nazionale almeno diciotto mesi di servizio, anche non continuativi, di cui almeno sei mesi nel periodo intercorrente tra il 31 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2025, secondo criteri di priorità definiti da ciascuna regione”. 

Perché allora, chiede nella lettera il sindacalista, quelle stabilizzazioni non ci sono? “Forse perché non vi è ancora certezza sullo stanziamento finanziario afferente il piano di fabbisogno del personale?”, si chiede. O “forse perché vi è una scelta strategica amministrativa affinché la proroga possa consentire di raggiungere i requisiti di legge a più lavoratrici e lavoratori per poi procedere alla stabilizzazione?”, o, ancora, per entrambe le ragioni o altre ragioni ancora? 

Se così fosse la Cgil chiede di sapere quali siano e perché quindi i contratti a termine sono stati prorogati, e per poco tempo, invece di essere convertiti in contratti a tempo determinato dato che questa situazione, rimarca Di Giovanni, preoccupa sì il sindacato, ma sta soprattutto lasciando nell’incertezza i lavoratori e le lavoratrici. 

“Il servizio sanitario pubblico come è noto non può permettersi riduzioni o disfunzioni che ricadrebbero, inevitabilmente e ancor più di quanto oggi comunque accada, su lavoratrici e lavoratori a tempo indeterminato con carichi di lavoro non più sostenibili e con ore straordinarie fuori controllo”. 

Per tutte queste ragioni alla Asl ora chiede di rispondere ai dubbi e soprattutto di dare garanzie su tempi e modalità con cui chi assunto può esserlo, lo sarà.