Il profilo di una casa, come la disegnano i bambini. Anzi, proprio come l’ha incisa su un banco di scuola anni fa un bambino o una bambina di Dogliani. L’artista kosovaro Petrit Halilaj si è lasciato ispirare da quell’immagine stilizzata, ha assemblato tubi di acciaio piegati e ritorti per riprodurre fedelmente il disegno e ha reso uno scarabocchio fugace un’opera scultorea e permanente che ha trovato posto nella borgata Valdibà di Dogliani, dove fino a un mese fa sorgeva il rudere di una piccola scuola in disuso dagli anni Settanta.
Il titolo è «Abetare (un giorno a scuola)», il contesto è quello di Radis, il progetto di arte nello spazio pubblico ideato e sostenuto dalla Fondazione Arte Crt in collaborazione con Fondazione Crc, curato da Marta Papini.
Langhe e Balcani
L’opera, che verrà inaugurata domenica alle 11,30, è un gioioso crocevia di segni, figure e storie che rimandano sia alle Langhe, sia ai Balcani. Halilaj ha avviato il progetto «Abetare» fin dal 2015, quando ha iniziato ad archiviare i disegni trovati sui banchi nella ex scuola di Runik, il villaggio in Kosovo in cui è cresciuto e da cui è fuggito tredicenne, durante la guerra del 1999. Ha attinto da quell’archivio per creare sculture monumentali in acciaio o in bronzo, ispirate all’immaginario infantile di aree geografiche ed epoche differenti.
«È la prima volta che una mia opera di questa serie diventa permanete e sono felice che ciò accada in Italia, Paese a cui sono molto legato e dove ho avuto la possibilità di studiare Arte, all’Accademia di Brera» dice Petrit Halilaj presentando l’opera in anteprima. «Sono contento e grato di poter far rinascere la vecchia scuola di borgata Valdibà con una casa di fantasia, abitata da scarabocchi e sogni provenienti sia dagli studenti di Dogliani, sia da bambine e bambini di tutti i Balcani, nel tentativo di ricomporre, riappacificarsi e riconnettersi ai valori umani».
Per il sindaco di Dogliani, Claudio Raviola, in quest’opera c’è anche un segno del destino.
«Nel 1999, insieme con i volontari dei vigili del fuoco, partecipammo a una missione umanitaria in Kosovo intitolata “Un quaderno una matita” per aiutare i bambini a cui mancavano i materiali scolastici essenziali. Mi piace pensare che una di quelle matite sia finita nelle mani di Petrit e lo abbia aiutato a diventare l’artista affermato che oggi ci regala quest’opera».
Per la curatrice Marta Papini, «Abetare è un inno alla libertà e all’immaginazione».
Domenica, insieme alla scultura di Halilaj, verrà anche inaugurata nella Chiesetta del Ritiro della Sacra Famiglia di Dogliani la mostra «Tutto ciò che tocchi cambia. Tutto ciò che cambi, ti cambia» a cura di Marta Papini, che accoglie opere dalle collezioni della Fondazione Arte Crt e della Fondazione Crc, con l’intento di restituirle alla visione della collettività del territorio piemontese. Il riferimento al romanzo distopico di Octavia E. Butler «La parabola del seminatore», il cui incipit dà il titolo alla mostra, è ispirato da «Notes for recovery (hold)» di Nolan Oswald Dennis, una delle opere in mostra.