Sono trascorsi due anni dall’invasione della Russia in Ucraina e, è facile dirlo, il mondo è intanto divenuto un posto molto diverso. Sono svariati i fronti caldi su scala internazionale ma, guardando nello specifico all’operato di Putin, la risposta dell’Occidente è entrata di diritto in una nuova fase.
Il G7 ha infatti annunciato un inasprimento delle sanzioni. Il mirino, passate il termine, è ora rivolto direttamente contro Paesi e soggetti che continuano a contribuire alla causa russa, comprando petrolio e, dunque, favorendo l’elusione delle sanzioni applicate. Nel frattempo l’Unione europea si prepara al primo cluster dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina. Un passo che non si fatica a definire storico.
Pressione economica su Mosca
È stata organizzata una riunione virtuale dei ministri delle Finanze. Ciò ha portato a un cambio di passo nella strategia economica del G7 nei confronti della Russia. Come detto, dopo due anni di sanzioni mirate al Cremlino e tetti al prezzo del petrolio, l’attenzione è rivolta ora su chi continua a mantenere rapporti commerciali con Putin. Di fatto su chi sta contribuendo a finanziare l’azione bellica russa.
Ci saranno azioni concrete contro Stati e società intermediare, broker energetici e compagnie di navigazione. Si andrà a caccia di qualsiasi sorta di pratica “opaca” o triangolazione che consente ancora oggi alla Russia di esportare greggio oltre il price cap imposto.
Non solo sanzioni ma anche nuove misure commerciali. Ecco quanto emerso dal confronto avvenuti. Spazio dunque a:
- dazi;
- divieti di importazione;
- restrizioni dell’export.
Un’azione concreta di fondamentale importanza, considerando le stime occidentali. Le entrate del Cremlino sono infatti ancora troppo legate alla vendita di idrocarburi, nonostante i limiti imposti. Il petrolio rappresenta infatti oltre un terzo delle entrate del bilancio russo.
Guerra ibrida e nuove minacce
Un conflitto combattuto su tre fronti. Da un lato si rafforza l’offensiva economica nei confronti della Russia, mentre dall’altro prosegue la guerra sul campo. Al tempo stesso, però, è innegabile l’importanza del fronte digitale.
La premier danese Mette Frederiksen ha lanciato l’allarme in merito alla “guerra ibrida” scatenata da Mosca. Azioni subdole e sul lungo periodo, tra sabotaggi, campagne di disinformazione e attacchi informatici: “Stiamo assistendo soltanto alla prima fase. La Russia vuole dividere l’Europa e minare la nostra sicurezza dall’interno”.
Le preoccupazioni sono state rafforzate da quanto accaduto a Chernobyl, dove un attacco russo ha causato un blackout nella centrale dismessa: “Mosca rappresenta una minaccia globale, ha avvertito Kiev.
Ucraina nell’Ue
Sotto l’aspetto politico-diplomatico, Zelensky ha annunciato un nuovo verso l’adesione all’Unione europea: “Siamo pronti ad avviare il cluster dei negoziati”. È il primo gruppo di capitoli negoziali connesso a:
- Stato di diritto;
- diritti fondamentali;
- istituzioni democratiche.
Un forte segnale politico, che giunge mentre Mosca lavora costantemente per destabilizzare l’Ucraina, tra armi e massicci attacchi aerei. In questo contesto, si attendono con ansia e timore le parole di Putin a Sochi, al Valdai Discussion Club, forum politico e strategico del Cremlino.